Mister Agenda digitale diventa amministratore delegato di Poste Italiane. Francesco Caio raccoglie il testimone da Massimo Sarmi alla guida del gruppo che negli ultimi anni ha puntato con decisione sulle nuove tecnologie. A Luisa Todini, attualmente membro del cda Rai, la presidenza. Luisa Todini. Da segnalare nel cda anche Roberto Rao, ex deputato Udc con delega all’Innovazione, e Antonio Campo dall’Orto già direttore di La7 e dg Television di Telecom Italia Media.
Con Caio al timone, Poste Italiane si candidano a diventare la “punta di diamante” della digitalizzazione di tutto il sistema paese. Non è infatti un segreto che per il manager l’Agenda digitale è “una riforma dello stato” con una forte valenza etica che proseguita con convinzione e alla quale la politica deve dare una guida forte.
In un‘intervista rilasciata al Corriere delle Comunicazioni, Caio aveva evidenziato come gli standard digitali “riducono i costi dell’amministrazione e aumentano la qualità del servizio”. “Non usarli significa non usare al meglio le risorse pubbliche – sottolineava – E questo, tanto più in una fase di crisi economica, non è più accettabile. Non è etico”.
Altro compito delicatissimo dell’ex Digital Champion sarà la privatizzazione della società.
Caio, nato a Napoli nel 1957, ha un importante passato nelle telecomunicazioni. Ha guidato la Omnitel (responsabile divisione Telecom e multimedia), primo operatore privato di telefonia mobile, poi la sua capogruppo Olivetti. Dopo la guida della Merloni ha lasciato l’Italia per la britannica Cable & Wireless.
Sia nel 2008 che nel 2009 è stato consulente per i governi inglese e italiano nella definizione delle politiche industriali per lo sviluppo delle reti a banda larga. E’ suo il famoso “piano Caio” in cui si denunciavano le inadeguatezze del sistema Italia in tema di banda larga. L’ultima esperienza come Ad è stata quella in Avio. Il governo Letta l’ha nominato commissario per l’Agenda digitale e in questa veste ha avuto contatti anche con l’attuale premier Matteo Renzi.