Calabrò: “Agcom ha diritto di suggerire soluzioni”

Intervenendo al convegno organizzato da I-Com, Stefano Pileri, direttore Technology & Operations di Telecom Italia, ha ribadito la necessità di un intervento pubblico “solo nella aree in fallimento di mercato”

Pubblicato il 13 Lug 2009

“Le nuove reti sono indispensabili e il loro sviluppo va avviato
considerato che ci vorranno almeno 20 anni per portarle a
termine”. Ne è convinto Stefano Pileri direttore Technology &
Operations di Telecom Italia che, intervenendo al convegno
“Allargare la banda” organizzato da I-Com, in corso a Roma alla
Camera dei deputati, ha anche ribadito i dettagli del piano che
Telecom Italia sta portando avanti: al 2016 saranno 13 milioni le
abitazioni raggiunte dalla fibra per un totale di mille città
coperte e un investimento di 5 miliardi di euro. “Stiamo portando
avanti il nostro piano ma la regolamentazione può fare moltissimo
per rendere stabili le condizioni di mercato – ha specificato
Pileri -. L’intervento statale non serve, ma potrebbe essere
effettuato solo nel momento in cui le Ngn nelle grandi città
rendessero le altre aree a fallimento di mercato”.

E di regole ha parlato anche Corrado Calabrò, presidente
dell’Agcom che ha ribadito il prezioso ruolo che l’Authority è
chiamata a svolgere per la diffusione della banda larga nel Paese.
Replicando all’articolo di Massimo Mucchetti, pubblicato il 12
luglio su Corriere della Sera secondo il quale l’Agcom avrebbe
travalicato i confini di competenza, Calabrò ha risposto che
“non c’è alcuna ingerenza nella politica industriale del Paese
ma non vogliamo un Paese a doppia velocità. Ci sono investimenti
cospicui a fare: lo Stato non può intervenire direttamente, ma ci
sono organismi che possono farlo come la Cassa Depositi e
Prestiti”.
Calabrò ha anche puntualizzato che, nel suggerire la creazione di
una società “veicolo” (ovvero quella formata da un nucleo
forte di partner industriali con un mix di capacità
imprenditoriali per sviluppare il progetto fibra che il presidente
aveva auspicato nel presentare la Relazione Annuale ), “non vi
era alcuna intenzione né palese né sottintesa di ipotesi di
scorporo della società della rete da parte di Telecom
Italia”.

Il convegno è stata anche l’occasione per  discutere dei fondi
necessari a sviluppare le nuove reti. “Mi auguro che nella
prossima seduta del Cipe si faccia un passo serio in direzione
della banda larga e si sblocchino finalmente le risorse – ha
dichiarato Paolo Gentiloni, responsabile delle Comunicazioni del
Pd  ed ex ministro delle Comunicazioni -. Non sappiamo esattamente
quale sarà l’ammontare finanziato visto che è stata corretta la
norma, approvata solo qualche settimana fa al Senato, che
accantonava per la banda larga 800 milioni di euro”.
La nuova formulazione presente nel decreto fiscale riporta infatti
la dicitura “fino a un massimo” di 800 milioni, “introducendo
di fatto – scriveva il Sole 24ore – un tetto a questi
stanziamenti”.
“L’opposizione è disponibile a forme di pressione comune delle
forze parlamentari nei confronti del governo – ha concluso
Gentiloni – affinché il lavoro fatto non rischi di essere
vanificato” aggiungendo che “serve maggiore certezza su quali
sono gli orientamenti del Paese in merito alla reti di nuova
generazione.

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