Calabrò: “Frequenze tv alle Tlc, massimo impegno di Agcom”

“La tv è importante, ma il comparto Tlc è determinante. Serve assegnare alle telco 71 MHz sulla banda da 800 MHz sui canali da 61 a 69”. E sulle Ngn: “La società della rete sembra ormai irrealizzabile, pensiamo ad altre soluzioni”

Pubblicato il 08 Ott 2010

“Stiamo facendo di tutto per assegnare alle telco 71 MHz sulla
banda preziosa da 800 MHz sui canali da 61 a 69. La Tv è
importante ma il comparto delle Tlc è determinante. Le
telecomunicazioni rappresentano un valore aggiunto. E sono la
chiave affinché il Paese non scivoli nella recessione”. Il
presidente dell’Agcom Corrado Calabrò ribadisce la necessità di
assegnare nuove risorse alle telco in occasione del convegno
Between “Giochiamoci il futuro” in corso a Capri. E lo fa anche
accennando al progetto 1.000 Comuni appena annunciato da Vodafone
che prevede di portare almeno 2 Mb in tutta Italia di qui ai
prossimi tre anni partendo dai Comuni affetti da digital
divide.

“Questi progetti – dice Calabrò – sono importanti ma per
essere portati avanti ancor più richiedono lo sblocco di risorse
nonché investimenti sulle reti di nuova generazione”,. Secondo
Calabrò “la rete condivisa sarebbe l’optimum ma se le aziende
non trovano un accordo bisogna andare avanti comunque”.

“Anche la banda larga mobile ha bisogno di fibra – puntualizza
-. Le reti già danno segni di collasso”. Il presidente
dell’Authority rievoca il modello utilizzato per il digitale
terrestre indicandolo fra le possibili soluzioni e non a caso,
così come per il Dtt è stato appena avviata una ricognizione
territoriale per fare un catasto delle infrastrutture in fibra
disponibili sul territorio: “Ma le iniziative in corso in alcune
regioni, come in Lombardia, hanno bisogno di regole. Sono le stesse
regioni a chiedercele ed è giusto che si proceda velocemente per
garantire lo sviluppo dei progetti”.

Riguardo alla possibilità della rete nazionale, Calabrò
sottolinea che il memorandum raggiunto dal tavolo Romani fra
Telecom e Olo riguarda le infrastrutture passive e non la
realizzazione del network. “Per una sola rete sarebbe necessario
il conferimento della rete Telecom. Ma l’azienda ha già detto di
non essere disponibile. E fra l’altro non ci sarebbero i soldi
pubblici per un eventuale esproprio. Ad ogni modo la società
veicolo non rappresenta affatto l’unica soluzione, anche se è
l’unica per poter contare eventualmente sulle risorse della Cassa
depositi e prestiti attraverso finanziamenti a tassi di mercato ma
moderati. E lo Stato potrebbe dare garanzie sugli investimenti.
Sarebbe la formula più congeniale, ma sembra sfumata”. In quanto
alle regole per l’accesso alle nuove reti Calabrò assicura
“che saranno le più pro-competitive".

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