Calabrò: “Investire subito nelle reti. Centrale il ruolo della Cdp”

Il presidente Agcom: “Alto il ritorno economico e sociale”. E sul digital gap tecnologico degli italiani dice: “Non può essere un ostacolo strumentale”

Pubblicato il 28 Giu 2011

Le tecnologie della società dell'informazione “hanno un
potenziale enorme per la crescita economica, ma bisogna investire
rapidamente innanzitutto nelle infrastrutture per le comunicazioni
elettroniche che hanno il più alto ritorno economico e sociale”.
Lo sottolinea il presidente Agcom, Corrado Calabrò, secondo cui
“è fondamentale una politica industriale che sappia supportare
gli investimenti facilitando l'attivazione di capitali e
modelli di partnership mista pubblico-privato”. In questa
prospettiva la Cassa depositi e Prestiti – suggerisce Calabrò –
“può giocare un ruolo fondamentale nel quadro delle norme
esistenti”. In un intervento su “First online”, il presidente
Agcom osserva che “il Paese deve sapersi dare” questa priorità
ma “purtroppo ancora non sa o non vuole darsi”.

L'effetto positivo dell'investimento in infrastrutture si
manifesta sia sul versante dei risparmi di spesa che su quello
della produttività e della concorrenza internazionale. “Almeno 1
punto di Pil per ogni 10% di diffusione della banda larga (fonte:
banca Mondiale) e circa 30 miliardi all'anno, a regime per
l'Italia, di risparmi grazie a telelavoro, e-commerce,
e-learning, e-government, e-health, mobile payment, e-paper,
gestione energetica intelligente (fonte: Confindustria) – spiega
Calabrò – Ma in Italia, per contro, non si investe ancora
abbastanza nelle autostrade informatiche delle nuove comunicazioni
che sono il fertilizzante principale di quell'economia della
conoscenza che si attesta come nuovo paradigma di modello
capitalistico partecipato”.

“Non possiamo incorrere nel paradosso di avere sistemi
intelligenti – sottolinea Calabrò – ma non avere una rete che li
interconnetta e ne diffonda sistematicamente l'utilità. La
scarsa alfabetizzazione degli italiani costituisce indubbiamente
una remora per la realizzazione delle reti in fibra. Ma non bisogna
lasciarsi paralizzare da tale dato, comunque in evoluzione e
soprattutto questo non deve rappresentare un ostacolo
strumentale”.

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