"L'Italia non ha puntato e non punta sulle Ngn. E il
problema non è la mancanza di risorse da parte degli operatori.
E' il contesto che è sfavorevole". Questa la tesi di
Alberto Calcagno, general manager di Fastweb intervenuto al
convegno "Agenda digitale: Action" organizzato a Capri da
Between.
Negli ultimi anni, ricorda Calcagno, il comparto mobile ha
investito 35 miliardi comprese le licenze (anche quelle 3g). Il
fisso ne ha investiti 36 quindi non è vero che il mobile ha
investito più risorse. "la verità è che in Europa c’è
grande asimmetria nelle tariffe di terminazione: quelle mobili sono
10 volte superiori. Quindi perché bisognerebbe investire sul
fisso?"
"Sono anni che si parla di fibra. Ma in italia siamo di fatto
fermi ai 2,5 milioni di case cablate da Fastweb. Il problema non
solo le risorse ma le asimmetrie regolamentari – sottolinea il
manager – A partire dal 2008 si è invertito il trend: i costi di
unbundling e bitstream hanno cominciato ad aumentare. Per gli Olo
il costo è pari a 350 milioni nel periodo 2008-2012, 700 milioni
fino al 2015. Questa fuoriuscita di rosorse non è favorevole agli
investimenti da parte degli Olo e fra l'altro Telecom Italia
non ha da parte degli Olo alcuna pressione competitiva".
Calcagno sottolinea che "gli investimenti nell'Lte saranno
importanti: bisognerà coprire il 100% della popolazione con 4
reti. E ciò rappresenterà poco meno del 20% dei flussi cassa.
Diversamente la Ngn fissa rappresenterà il 60% di tutti i flussi
di cassa considerata una copertaura del 50% della popolazione.
Eppure siamo in una situazione di stallao, in cui nessuno ha
interesse a investire nel fisso anche se il flusso di cassa è
supoeriore. Gli operatori integrati hanno invece interesse a
sostenere il mobile a causa delle asimmetrie che ci sono nella
terminazione mobile. Ci vuole una soluzione rapida e ripida. E
dall'altro lato bisogna abbattere i costi dell'unbundlingai
livelli del 2008. In questo modo ci sarebbe un ribilanciamento e
quindi tutti gli operatori sarebbero interessati a investire nel
fisso senza la necessità di finanziamenti pubblici".
11 miliardi prodotti dall’intero mercato, il mobile ne ha
prodotto il 65% 7 miliardi. I mobili hanno investito molto,
costosissime risorse 3g ma se guardo quanto ha investito il mobile
è 35 miliardi comprese le licenze. Il fisso ne ha investiti 36
quindi non è questione di investimenti. In Europa c’è grande
asimmetria nelle tariffe di terminazione: quelle mobili 10 volte
superiori. Quindi perché bisognerebbe investire sul fisso?
Dei 4 miliardi prodotti dal fisso, briciamo cassa per 200 milioni.
Telcom ha fatto 2/3 degli investimento dei 36 miliardi. Allora a
cosa è dovuta l’assimetria? A partire dal 2008 si è invertito
il trend: costi di unbindling e bitstream hanno cominciato ad
aumentare. Per gli olo 350 milioni 2008-2012, 700 se estendo al
2015. Se le risorse vengono a mancare per gli olo più difficile
investire. Teleconm iutalia non ha da parte pressione competitiva
dparte degli olo. Il futuro ci offre lte e ngn. Lte investimento
importante che consentirà 100% della popolazione con 4 reti che
rappresenterà poco meno del 20% dei flussi cassa. La ngn
rapèpresenterà il 60% di tutti i flussi di cassa per coprire il
50% della popolazione. Gli olo che vorrebbero m non possono
investire. Telecomn nib è stimolata dagli attacker e quindi non
pè stimolato. Gli operatori integratu hanno interesse al mobile.
L’italia rischia di puntare sull’lte: è una tecnologia mobile,
banda condivida best effort qindi all’ulemtare dei clienti
prestazione inferiore mb al seconda. Questo non va nella direzione
del futuro: ngn fissa garanzia di 100 mb per tytti. Quindi
distuaziione di stallo. Nessuno ha interesse a investire nella rete
fissa anche se è superiore. E allora? Per uscire dall’impasse è
opportuno che l’Agcom torni a incentivare gli investimenti nella
rete fissa. Una è la partita della terminazione mobile che può
essere più rapida e più ripida. L’altra è abbattimento dei
costi dell’unbundling ai livelli del 2008. In questo modo ci
sarebbe un ribilanciamento e quindi tutti gli operatori straeebbero
interessati a investire nel fisso senza la necessità di
finanziamenti pubblici.