“Al posto di buttare via i soldi Tim e Oper Fiber ragionino in termini di coinvestimento”: Alberto Calcagno, numero uno di Fastweb in un’intervista al Corriere della Sera fa un’analisi sulle ipotesi in campo su cui si dibatte ormai da mesi e propone due soluzioni, una di breve e l’altra di lungo periodo.
“Se guardiano ai prossimi 18-24 mesi ci sarebbe un modo razionale per gestire la transizione”, dice Calcagno accendendo i riflettori sul “modello” Flash Fiber, ossia sulla newco che vede in campo Tim e Fastweb. “Si dividono le spese e poi ciascuno offre sulla propria rete quello che vuole. Cooperazione per la rete e competizione sui servizi”. Secondo Calcagno questa modalità di cooperazione consentirebbe un risparmio fino al 50% sui costi di scavo evitando di doppiare i cantieri.
Guardando al lungo periodo l’Ad di Fastweb pur sottolineando di non voler entrare nelle scelte altrui – “capisco che ci sono analisi legate agli sviluppi occupazionali e agli equilibri di sistema”, si dichiara “neutrale” relativamente all’ipotesi di scorporo della rete “purché la competizione venga preservata, è l’unica condizione”, ci tiene però a puntualizzare. “In questi anni vediamo che i clienti, famiglie e imprese vogliono connessioni, dati, servizi di data center. La fibra serve per dare una spinta alla crescita del paese ma vanno evitati sprechi”.
A tal proposito Calcagno individua nel 5G la chiave di volta: “Bisogna utilizzarlo in certe aree invece della fibra a casa, è un altro modo di realizzare infrastruttura a banda ultralarga in modo efficiente e rapido”. Il manager prende ad esempio il piano Verizon che negli Usa ha già inaugurato la rete a Los Angeles, Houston e Sacramento garantendo connessioni a 800 Mega e consentendo al contempo di “accelerare i tempi e ridurre i costi”.