“Per le smart communties serve una smart finance”. In occasione del convegno di Glocus sull’Agenda digitale, Mario Calderini, consigliere del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo per le politiche di Ricerca e Innovazione e coordinatore del gruppo di lavoro Smart Communities nella cabina di regia per l’Agenda digitale, ha dettagliato la strategie finanziaria che il Miur intende seguire per realizzare le smart city.
“Quando parlo di smart finance – ha spiegato Calderini – mi riferisco prima di tutto alla capacità di indirizzare le spese ‘tecnologiche’ della PA perché queste diventino appaltatori intelligenti di prodotti e servizi che ancora non esistono sul mercato in modo da utilizzare la finanza pubblica a sostegno della produzione delle industrie locali”.
Ma la strategia del governo prevede anche un forte coinvolgimento dei privati.
“Bisogna studiare insieme ai Comuni una nuova forma di ingegneria finanziaria il cui perno non sia l’indebitamento– ha sottolineato – ma modelli di intese pubblico-privato che “ingaggino” finanza privata, ovvero investimenti da parte delle imprese nelle città. Sulla via della reingegnerizzazione finanziaria c’è poi un altro strumento, in Italia ancora mai usato, ma che è in grado di dare buoni frutti. Si tratta dei “social impact bonds”: il capitale raccolto da investitori privati viene utilizzato per realizzare programmi che si propongono di ottenere specifici risultati sociali, come nel caso della smart communties”.
La logica su cui si basa il social impact bond è che gli interventi così finanziati costino meno degli interventi che il servizio pubblico dovrebbe mettere in atto con fondi propri, con un ingente risparmio per la pubblica amministrazione, risparmio poi utilizzato per remunerare gli investitori privati.
Ma intanto anche il pubblico sta facendo la sua parte. Calderini ha infatti ricordato i bandi per oltre 1 miliardo di euro destinati alle smart city e a quello da 400 milioni per i cluster innovativi.