“Il progetto di Elliott coincide con l’interesse pubblico”. A prendere la prima posizione – in seno al governo – sul caso del Fondo americano – salito a oltre il 5% di Tim, è il ministro Carlo Calenda. Un vero e proprio endorsement al Fondo di Paul Singer quello del titolare del Mise, il quale interpellato dai giornalisti sulla questione a margine della presentazione del Rapporto annuale del Gse, ha dichiarato che il piano del Fondo è “un progetto coincidente a quello che noi siamo intenzionati a fare per difendere l’interesse pubblico” riferendosi in particolare allo scorporo della rete e al futuro della Netco in cui andranno a confluire gli asset infrastrutturali strategici.
A tal proposito il Fondo americano è orientato per una quotazione della newco o di una vendita parziale e si è detto favorevole ad un’apertura del capitale a soggetti terzi –mai citata Open Fiber ma è evidente che il riferimento al terzo non può cheevocare l’azienda presieduta da Franco Bassanini – con l’obiettivo di dare vita a un’infrastruttura-Paese in capo ad un unico soggetto. Elliott ritiene che “l’autonoma quotazione o la parziale vendita di NetCo, a seguito di scorporo, ne massimizzerebbe il valore con conseguente riduzione dell’indebitamento ed apporto di benefici per tutti i soci di Tim”, si legge nella missiva inviata agli azionisti di Tim per comunicare il superamento della soglia del 5% di azioni.
“Nonostante l’attuale Consiglio abbia approvato il progetto di separazione volontaria della rete fissa di accesso, la società – osserva il fondo Usa – rimane saldamente indirizzata al suo possesso. Per contro, noi riteniamo che ampliare la base azionaria di NetCo potrebbe creare valore per i soci di Tim e accelerare la creazione di un’unica rete nazionale”.
Intanto dalle ultime comunicazioni di Consob è emerso che fondo Elliott detiene il 5,75% del capitale di Telecom Italia. Nel dettaglio il 3,75% (con diritto di voto) risulta come proprietà indiretta di cui lo 0,79% fa capo a Elliott Associates, lo 0,41% a The Liverpool Limited Partnership e il 2,55% a Elliott International. A questa quota del 3,75% si aggiunge una partecipazione ‘lunga’ dell’1,99% detenuta attraverso un “Syntetich equity swap Ubs Swap” con scadenza 1 febbraio 2021, che porta il totale al 5,75%. La partecipazione risale al 15 marzo 2018.
“Auspichiamo vivamente che dal Consiglio di Amministrazione Tim, che si terrà domani 22 marzo, vengano fornite a tutti gli azionisti risposte che servano a fugare i dubbi che oggi nutriamo sulla conduzione della società”, ribadisce intanto in una nota Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti.