Almaviva Contact scende in campo contro il nuovo bando del Comune di Roma per la gestione del contact center 060606 di Roma Capitale che rischia di far perdere il posto del lavoro a 300 addetti. “Avvalendosi di un Accordo Quadro Consip, l’Amministrazione comunale ha indetto una gara pubblica per l’affidamento del servizio nei prossimi ventiquattro mesi. Il criterio di aggiudicazione scelto è stato quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa – spiega la società in una nota – Sulla base di quanto comunicato, nonostante il riconoscimento della migliore offerta dal punto di vista tecnico/qualitativo, Almaviva Contact si collocherebbe seconda in graduatoria con un prezzo offerto (sconto sulla base d’asta dell’11.88%) in linea con gli altri partecipanti, ma non confrontabile con quello del potenziale aggiudicatario (ribasso del 30.55%).
Secondo Almaviva Contact, il prezzo presentato dal possibile vincitore della gara non raggiunge neanche l’80% del solo costo del lavoro delle nostre persone in servizio, fondato sulla pura applicazione dei minimi previsti dal Ccnl di riferimento e sull’opportuno riconoscimento dell’anzianità e dell’esperienza.
“Il bando non ha previsto vincolo territoriale, dunque non è dato sapere se il servizio 060606 continuerà ad essere svolto sul territorio capitolino (con quali contratti di lavoro?) o in altre regioni (con corredo di incentivi?), ma ciò che preme sottolineare sono le sicure conseguenze per le attività di Almaviva Contact a Roma”, prosegue la nota.
L’azienda si chiede perché dovrebbero i clienti privati riconoscere il costo il corretto costo del lavoro di persone con le caratteristiche degli operatori romani – grande esperienza, impiego a tempo indeterminato, 80% donne, età media 44 anni – quando non la per prima l’amministrazione della Capitale d’Italia?
“Se dovessero essere le istituzioni pubbliche a certificare la sostanziale irrilevanza della qualità del servizio offerto, della competenza e della professionalità, stabilendo che sia il solo prezzo a contare, come potremmo continuare a sperare in una evoluzione virtuosa del mercato, orientato a criteri di merito e responsabilità?”.
Almaviva Contact rivendica poi la sua strategia degli ultimi anni, in cui esplodeva il fenomeno delle delocalizzazioni ovvero: “ Sostenere le nostre attività Crm in Italia – e a Roma – con la stabilizzazione di migliaia di lavoratori, con iniezioni di capitali da parte dei Soci, con investimenti in innovazione e con le ottime performances sui mercati internazionali, confidando che le cose potessero cambiare”.
“Il nostro solo impegno non è però sufficiente e la nostra attesa non può essere infinita. Attendiamo, dunque, che Roma Capitale ci faccia sapere se, nella città che nel 1983 ci ha visto nascere, vi sia ancora spazio per le nostre attività di customer care – conclude la nota – I lavoratori di Roma, oggi scesi in sciopero per protestare contro questa situazione, devono comunque sapere che non abbiamo nessuna intenzione di lasciarli soli”.
Secondi i dati rilasciati dall’azienda nel Centro Operativo di Almaviva Contact di Roma lavorano oltre 2.000 persone, tutte assunte con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Circa 300 di tali risorse sono dedicate, da anni, all’erogazione del servizio 060606: l’80% sono donne, l’età media è di 44 anni, oltre 100 i familiari risultanti a carico.
Mirko Coratti, presidente dell’assemblea capitolina condivide “con i lavoratori la preoccupazione per l ipotesi di licenziamento dei 700 dipendenti del call center 060606. Auspico che ‘Amministrazione comunale riservi maggiore attenzione alla salvaguardia del posto di lavoro e dei livelli retributivi di questi lavoratori, che in questi anni hanno svolto con competenza e professionalità un servizio prezioso per la nostra città”.