Almaviva ritiri le lettere di trasferimento. La viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, ha rivolto un appello all’azienda, invitandola a confrontarsi con le parti, senza inserire elementi di ulteriore tensione, seguendo il percorso tracciato nell’accordo del 31 maggio scorso.
Intanto è stato convocato il tavolo di monitoraggio Almaviva per giorno 20 ottobre alle 15, al ministero. Tra i temi caldi, certamente il tema del 154 trasferimenti da Palermo a Rende.
Ma i sindacati chiedono di anticipare la data perché fino ad allora “saranno già compromesse 154 vite”.
Ieri è stata fumata nera all’incontro tra Almaviva e le Rsu palermitane. L’azienda ha ribadito che non ci sono soluzioni alternative al trasferimento di 154 lavoratori dalla Sicilia a Rende, in provincia di Cosenza. “In realtà c’è la possibilità di mantenere i livelli occupazionali di Palermo, ma Almaviva continua a tenere un atteggiamento di chiusura”, riferiscono però Antonio Vitti e Riccardo Catalinotto di Ugl Telecomunicazioni, al termine dell’incontro. L’alternativa al trasferimento collettivo, sarebbe per le organizzazioni dei lavoratori l’apertura a Palermo di 150 postazioni per la commessa “gestione guasti” di Tim: la società appaltante, infatti, potrebbe autorizzare il servizio di assistenza tecnica anche senza trasferimento, poiché si tratta di un’attività che può essere svolta nel capoluogo siciliano e non richiede una presenza fisica dei lavoratori a Rende. “Ci auguriamo che l’azienda faccia un passo indietro – concludono – e cambi atteggiamento, aprendosi al dialogo su questa soluzione alternativa, che è concretamente attuabile”.
L’azienda, nel verbale di riunione, ha confermato che “in assenza di nuovi e concreti elementi, i trasferimenti decorreranno, come previsto, dal 24 ottobre”, ribadendo quanto espresso in sede ministeriale lo scorso 22 settembre circa “possibili piani di ristrutturazione”. Nello stesso documento i sindacati contestano e definiscono “pretestuosa l’affermazione dell’azienda circa le ragioni organizzative e contrattuali che impediscono lo spostamento del traffico da Rende a Palermo”, insistendo sulla necessità di “revocare” o “congelare la procedura di trasferimento e invio delle lettere in modo da consentire una ripresa della discussione unitaria in un ambito più generale e in sede istituzionale, presentando un piano che illustri le prospettive dell’azienda”.
Poi l’invito all’azienda “a non compiere atti che possano in qualche modo turbare ulteriormente il clima”, esprimento “una grande preoccupazione per la disperazione che turba profondamente le risorse Enel e anche del sito di Palermo”.