“Il Comune di Milano effettua una gara, per il servizio 020202, in cui l’importo a base d’asta, che sarà ulteriormente ribassato, non copre neppure il costo del lavoro e Acea, azienda pubblica del comune di Roma, nella gara indetta autorizza e disciplina la delocalizzazione all’estero della attività. E’ evidente che questo Paese ha perso completamente ogni logica e che le prospettive di uscita dalla crisi resteranno solamente una speranza.” Cosi dichiara Michele Azzola, segretario nazionale di Slc Cgil in merito alle due gare che disciplinano le attività di call center dei due enti pubblici.
“Proprio mentre il settore è sottoposto ad una crisi gravissima che mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro e il sindacato è impegnato a chiedere alla committenza privata “responsabilità sociale” evitando di incrementare le attività de localizzate all’estero, riscontriamo che enti pubblici scelgono scorciatoie pericolose e irresponsabili.”
“In questo modo – prosegue il sindacalista – per risparmiare sul costo del servizio, si carica sulla collettività il costo degli ammortizzatori sociali che saranno di molto maggiori rispetto ai risparmi conseguiti e priveranno di un’opportunità lavorativa centinaia di giovani nell’unico settore che ha offerto prospettive occupazionali negli ultimi anni.”
“Ci chiediamo che prospettive possa avere un Paese in cui la stessa classe dirigente assume decisioni che aggravano la crisi italiana, facendo crollare i consumi interni e gravando la collettività di costi sociali enormi.”
“Forse – conclude Azzola – Renzi non dovrebbe soltanto preoccuparsi, giustamente, di fissare un tetto massimo alle retribuzioni dei dirigenti pubblici ma anche di verificare chi lavora nell’interesse del Paese, contribuendo all’uscita dalla crisi, e chi, invece, aggrava le condizioni generali provvedendo ad allontanarli dalla gestione della cosa pubblica. Se qualcuno ancora non lo avesse compreso nel mondo dei call center sono in pericolo, oggi non domani, decine di migliaia di posti di lavoro”.
E proprio sulla gara per lo 020202 Assocontact ha deciso di fare ricorso provvedendo inoltre a sottoporre all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture il mancato rispetto dei parametri del costo del lavoro nel bando.
“È stata prevista una remunerazione di 45 centesimi per minuto lavorato, che corrisponde a 18 euro per unità di personale, a fronte di un costo per l’azienda che raggiunge i 17,79 euro – sottolinea il presidente Umberto Costamagna – Riteniamo che il bando del Comune di Milano non tenga conto dei costi reali del personale e per tanto abbiamo deciso di rivolgerci all’Autorità competente per gli accertamenti del caso”.
Nelle scorse settimane Costamagna aveva invitato le aziende di call center a disertare la gara mentre la commissione Lavoro della Camera, per bocca del suo presidente Cesare Damiano, annunciava un’indagine conoscitiva sulle condizioni contrattuali applicate nei call center.
E Almaviva Contact, che attualmente gestisce il servizio 020202, è scesa in campo contro la gara, lanciando l’allarme sul rischio di perdere 200 posti di lavoro e denunciando l’impossibilità di formulare una offerta a base d’asta. “I parametri economici indicati dal Comune e le condizioni di fornitura – spiega la società – sono assolutamente incompatibili con i costi minimi del lavoro previsti dal contratto nazionale”.
Secondo Almaviva Contact “continuare a drogare il mercato con modelli economici non sostenibili nel medio periodo può solo portare alla perdita di migliaia di posti di lavoro nel settore, scaricando sui contribuenti costi duplicati e notevolissimi”.