Il governo intervenga subito per affrontare la crisi del settore dei call center. La richiesta è arrivata da Slc, Fistel e Uilcom in audizione alla commissione Lavoro della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul mercato dei call center italiani. “Abbiamo ribadito l’urgenza di intervenire normativamente sulla disciplina degli appalti se si vuole evitare che, ormai a breve, l’intero settore conosca una ulteriore recrudescenza di gravi crisi occupazionali – dice Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil – Gare al massimo ribasso, delocalizzazioni, senza una norma coerente con quanto fatto in Europa aprono al concreto rischio di vanificare quanto fatto nel settore dal 2007. Bisogna intervenire al più presto sull’equiparazione tra i cambi di appalto e le cessioni di aziende o rami di azienda. Solo così il lavoro ed i lavoratori torneranno ad essere non più una semplice voce di costo ma una variabile imprescindibile. In caso contrario sono a forte rischio varie migliaia posti di lavoro stabili.”
Descrivendo la situazione Azzola ha sottolineato in commissione come sia in atto “un meccanismo di migrazione dell’occupazione: dopo 3 anni, persi gli incentivi, un’azienda diventa meno competitiva rispetto a chi apre ex novo, che beneficia di un costo del lavoro minore dell’87%. Con la conseguenza che i call center si sono spostati dal Nord al Sud dal paese, ora si spostano ad Est con i primi fenomeni di delocalizzazione. Chi rispetta le regole viene espulso dal mercato, prevale chi accede agli incentivi. L’altro risultato è che abbiamo il maggior numero di aziende di call center in Europa: in Italia sono 2.227.”
“Positiva l’attenzione che i componenti della Commissione hanno prestato alle argomentazioni sindacali – conclude Azzola – soprattutto sul tema di come regolamentare il mercato degli appalti per evitare che la compressione dei prezzi finisca per scaricarsi esclusivamente sui lavoratori. Ora però è tempo di scelte coraggiose: il Governo deve dire con esattezza qual è il ruolo che vuole svolgere in questa partita. Il silenzio rischia di stridere con le tante situazioni di crisi che, anche in questi giorni, stanno coinvolgendo migliaia di persone in tutto il Paese. Il 18 luglio intanto il sindacato confederale si mobiliterà ancora organizzando un nuovo presidio sindacale presso il Mise per sollecitare la nuova convocazione del tavolo di crisi sui call center.”