“E’ con preoccupazione che leggiamo quanto dichiarato da Assocontact riguardo la gara aperta da Enel per una commessa da 50 milioni di euro che, così formulata, non ripagherebbe al vincitore il costo del lavoro e degli investimenti necessari a garantire il servizio”. Lo dice in una nota la segreteria nazionale Slc-Cgil.
“Come Slc-Cgil da tempo denunciamo come le politiche di massimo ribasso applicate dai committenti stiano seriamente mettendo a rischio un settore che da lavoro a svariate migliaia di donne e uomini, spesso in zone del Paese dove certo non abbondano le offerte di occupazione dignitosa e stabile”.
“Colpisce e sconcerta poi che un’azienda pubblica del valore e dell’importanza di Enel sia fra quelle che più si distinguono in questa politica miope – prosegue la nota – E’ ormai giunto il tempo che si riapra il confronto su un settore, quello dei call center, che solo cinque anni fa ha conosciuto una stagione di stabilizzazione che ha dato contratto e diritti a più di 25000 persone e che oggi rischia seriamente di ripiombare nella precarietà, trascinando con se le speranze e le sacrosante aspirazioni di migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori".
"Chiediamo a Enel di ripensare radicalmente la propria politica di assegnazione delle gare – conclude il sindacato – ed al Governo di riconvocare in tempi rapidi il tavolo di confronto sui call center che, ormai due anni orsono, aveva prodotto un documento, condiviso dalle parti sociali per il rilancio del settore.”
Secondo Assocontact il presso complessivo a base d’asta, i volumi e le durate consentono di calcolare il valore per minuto di interazione e per ora lavoro, rispettivamente circa 0,30 euro/minuto e 13,5 euro/ora. "Queste cifre non coprono nemmeno il costo orario di un terzo livello del contratto delle telecomunicazioni (livello minimo previsto per queste attività) spiega Alberto Zunino, direttore generale di Assocontact – e pertanto non coprono sicuramente il costo del lavoro indiretto e degli investimenti previsti per eseguire l’attività”.
Secondo l’Associazione margini inesistenti, frutto di politiche aggressive degli uffici acquisti e del massiccio ricorso a gare il cui il prevalente criterio di aggiudicazione è dato dal massimo ribasso, hanno già messo a dura prova il settore. “Non è purtroppo la prima gara in cui la base d’asta non è in grado di coprire i costi del personale diretto – prosegue Zunino – Su questo fronte Assocontact da tempo è impegnata a vigilare perché i bandi siano formulati correttamente”.In un momento così delicato, in cui ci apprestiamo insieme ad Asstel a discutere il rinnovo del Ccnl delle telecomunicazioni, un committente del calibro di Enel manda al mercato un messaggio estremamente drastico, che rischia di ripercuotersi sulla trattativa sindacale in corso”.
Il rischio paventato è che pur di stare sul mercato, o di non avviare procedure di mobilità sul personale esistente, qualcuno accetti di fare dumping: “Ma cosa succederebbe alle imprese costrette a subire una tale pressione? Il rischio è di vedere l’ennesima azienda costretta a chiudere i battenti e a lasciare senza lavoro centinaia di persone. Chiediamo a Enel una riflessione e un confronto sulle condizioni proposte”.