Nei call center troppe violazioni relative al trattamento dei dati personali. E’ questo il risultato dei controlli effettuati da dicembre ad oggi dal ministero dello Sviluppo Economico: il Mise farà dunque, scattare le previste sanzioni pecuniarie nei confronti dei committenti, responsabili del mancato rispetto dell’ art.24 bis del decreto n. 83 del 2012, se queste non si metteranno in regola entro 15 giorni.
L’ annuncio è stato dato oggi, durante al riunione del Tavolo di settore che – presieduto dal vice ministro Claudio De Vincenti, alla presenza del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli – ha visto la partecipazione di dirigenti del ministero del Lavoro, delle associazioni datoriali Assocontact e Asstel e delle segreterie nazionali dei sindacati di categoria.
L’incontro, durante il quale sono stati nuovamente messi a fuoco i temi cruciali del comparto che si chiamano gare al massimo ribasso e cambi di appalto, è servito anche alla definizione di un gruppo di lavoro ristretto che si occuperà di criteri di aggiudicazione delle gare e delle tutele per i lavoratori delle aziende che le perdono. Il confronto ha rappresentato per il Governo l’occasione per ribadire come il comparto – con i suoi 80.000 addetti – rappresenti un segmento importante delle proprie politiche per il lavoro.
“Il gruppo di lavoro ristretto – spiega a CorCom Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil – focalizzerà l’attenzione sulle gare al massimo ribasso, sull’impegno a trovare formule per garantire la continuità occupazionale e su come depotenziare gli effetti del Jobs Act, della decontribuzione prevista dalla legge di stablità”. Secondo Azzola infatti le nuove norme in materia di assunzioni potrebbero avere deglie effetti dirompenti su un settore, come quello dei call center, dove i posti di lavoro sono già a rischio. “In questo senso – prosegue Azzola – riteniamo importante l’impegno del governo su questi fronti così come il riconoscimento, per la prima volta, anche da parte di Asstel che l’attuale normativa sui call center può creare probemi occupazionali”.
Durante l’incontro i sindacati hanno segnalato, infatti, il rischio che le decontribuzioni per i nuovi assunti possano creare nel settore dei call center una dinamica opposta aglio obiettivi del Governo, in quanto chi potrà contare sugli incentivi goverrnativi può fare offerte al ribasso innescando un pesante dumping sociale. Per questo è stato chiesto di ricercare dei correttivi che salvaguardino l’occupazione esistente contro le logiche della licenziabilità per creare nuova occupazione.
La Fistel esprime un giudizio positivo sull’incontro di oggi, pur evidenziando criticità sul fronte della gare al massimo ribasso. “Sulle gare al massimo ribasso riteniamo insufficiente la normativa che sta approntando il Mise sull’offerta economicamente più vantaggiosa che valorizza l’offerta tecica sul prezzo. Per al Fistel è necessario che si legano le gare al costo del lavoro per dare certezza al mantenimento dell’occupazione”, spiega Giorgio Serao.
Per Serao “l’estensione del 2112 ai cambi di appalto resta un punto nodale per consentire la continuità occupazionale e il Governo, pur dichiarando le perplessità sull’introduzione di questa norma, sta lavorando alla ricerca di soluzioni che possano assicurare ai lavoratori che dovessero perdere il lavoro nei cambi di appalto attraverso un punteggio premiale per le aziende che li assumano”.
“Abbiamo accolto con favore l’impegno del governo a proseguire il confronto al tavolo – dice Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom – Auspichiamo che i risultati che saraà in grado di raggiungere il gruppo di lavoro ristretto saranno utili a porre fine allo scempio di tutte quelle vertenza che, spesso, costringono i lavoratori ad accettare nuove condizioni di lavoro nelle quali si comprimono dritti e salari”.
“Come sindacati – sottolinea Ugliarolo – abbiamo chiesto che nell’affdamento delle gare di appalto i minimi contrattuali siano il parametro base. L’obiettivo è stroncare il fenomeno delle delocalizzazioni ed evitare l’eccessivo ricorso agli ammortizzatori sociali per abbattere il costo del lavoro che nei call center, rappresenta la prima voce di spesa per le imprese”