Un tavolo con il governo per stabilire nuove regole per i call center. Lo chiede la Uilcom dopo che ieri la Guardia di Finanza ha reso operativo il sequestro, disposto dalla procura di Milano per infiltrazioni mafiose, di Blue Call, società di call center operante con più denominazioni a livello nazionale.
“Ancora una volta, nonostante gli innumerevoli allarmi e le denunce fatte dal sindacato in questi anni ‘si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati’ con l’intervento della magistratura – sottolinea Giuseppe Fabio Gozzo della Segreteria nazionale della Uilcom-Uil – Di sicuro però da mesi c’erano tutti i segnali , come già successo per gruppi Phonemedia e Omnia Network falliti degli anni scorsi lasciando per strada migliaia di lavoratori, per permettere a chi doveva e poteva farlo d’intervenire per tempo per salvaguardare la legalità, le norme, il puntuale adempimento dei contratti di lavoro regolarmente disattesi, a partire dai committenti che invece hanno preferito vedere solo un lato della medaglia e cioè quello dei prezzi bassi”.
“Così altri 600 lavoratrici e lavoratori, per lo più giovani,assurgono, purtroppo nel senso più doloroso del termine, agli onori della cronaca, perché per essi si aprono scenari di assoluta incertezza per la sopravvivenza del loro lavoro – prosegue Gozzo – Continueremo a tenere alta l’attenzione su tale vicenda offrendo tutto il supporto necessario ai lavoratori ed alla gestione commissariale, laddove ci sarà richiesto, così come alta è l’attenzione in questi giorni su un’altra vertenza importante, quella di Teleperformance, che vede a rischio di licenziamento 785 persone, di cui 624 a Taranto e 121 a Fiumicino (Roma)”.
In questo caso, sebbene si tratti di una realtà diametralmente opposta, e cioè di una multinazionale quotata in Francia che ha rispettato tutte le regole sulle stabilizzazioni dettate dalla circolare Damiano del 2006 investendo sull’occupazione sana, “ci troviamo – ricorda il sindacalista- nella situazione gestire una difficilissima situazione di dichiarati esuberi, che fa seguito alla chiusura della sede di Roma che ha già portato al licenziamento di 330 persone”.
Il sindacato “ha difficoltà a comprendere cosa intenda Teleperformance quando dice che condizioni per confermare il suo investimento sono la restituzione, non si capisce da parte di chi, del reddito non percepito dei dipendenti causa ammortizzatori di 7 milioni di euro, oltre che il recupero di 27 milioni di perdite. Per Teleperformance serve operare con grande senso di responsabilità per trovare quelle soluzioni che salvaguardino il perimetro occupazionale, la dignità del lavoro e delle retribuzioni e che creino le condizioni per rilanciare l’azienda in un settore che vede operare bene altri importanti competitors ,seppure in una situazione economica generale di oggettiva difficoltà”.
Gozzo ricorda infine come il sindacato si sia “speso con tutte le sue forze in questi anni , promovendo non da ultimo le clausole sociali a livello di rinnovo Ccnl finora respinte da parte datoriale- dall’altra non si possono accettare in una fase così delicata della vicenda posizioni massimaliste da parte aziendale che possano esasperare gli animi”.
Per tutto questi motivi secondo la Uilcom “serve un tavolo ministeriale con il sindacato che sia in grado di rideterminare un nuovo sistema di regole e controlli, senza il quale il settore non potrà che continuare a bruciare e spostare posti di lavoro e risorse pubbliche”.