ECOSOSTENIBILITA'

Cambiamento climatico, per il 50% delle telco l’intelligenza artificiale è la chiave per ridurre le emissioni

Secondo il sondaggio Nokia-Gsma Intelligence l’efficienza energetica è prioritaria nelle strategie di trasformazione delle reti. L’ obiettivo è soddisfare il boom dei dati e sostenere la crescita del 5G senza pesare su costi e consumi

Pubblicato il 02 Nov 2021

reti futuro

L’intelligenza artificiale è considerata dall’industria delle telco come una tecnologia fondamentale per contenere la crescita della domanda di energia e le emissioni inquinanti che si accompagnano alla crescita del traffico internet. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Nokia e Gsma Intelligence.

Lo studio viene diffuso proprio mentre i grandi del mondo sono riuniti nella Cop26 in cerca di intese globali per ridurre l’impatto del cambiamento climatico imponendo un tetto alle emissioni globali. Nokia e Gsma Intelligence hanno condotto un sondaggio fra 103 communication service providers (Csp), di cui un quarto attivi su scala globale: l’83% considera l’efficienza energetica come una delle spinte più forti alla trasformazione delle reti (“molto importante” o “estremamente importante” nelle loro strategie green), e avrà sempre più rilevanza con la diffusione del 5G. Il 67% ha inoltre detto di attendersi un aumento dei costi dell’energia nei prossimi tre anni sulla base degli attuali tassi di crescita del traffico dati.

Il boom dell’online fa salire consumi e emissioni

La soluzione indicata dalle telco è l’uso di energie rinnovabili e il ricorso a software di intelligenza artificiale (Ai) per la gestione dell’energia. Da questa tecnologia le aziende delle telecomunicazioni si aspettano di poter agire in modo veloce ed efficace su tutta la loro rete quasi senza intervento umano.

La strategia che fa leva su fonti rinnovabili e Ai è ritenuta essenziale per far fronte al boom del traffico internet legato a smart working, didattica e formazione a distanza, gaming, videostreaming e altre forme di intrattenimento online. Man mano che un maggior numero di utenti passa a connettività cellulare di tipo 4G e 5G il traffico aumenta ulteriormente. Tutte queste attività richiedono infatti attrezzature di rete energivore, capacità di banda e data center sempre più grandi per conservare i dati. Inoltre l’adozione del 5G e la domanda dei servizi avanzati che abilita, come il network slicing, fa crescere la domanda sulle reti delle telco e sui data center, e quindi i consumi di energia.

Metà delle telco vicine al roll-out dell’Ai per reti green

Molti Csp hanno ammesso di trovarsi ancora nella fase iniziale della progettazione e dei test sull’implementazione dell’Ai per l’efficienza energetica delle loro reti. Tuttavia il 50% del campione è vicino al roll-out di queste soluzioni e afferma di aspettarsi un risparmio energetico dal 10% al 20% nei prossimi due anni grazie all’Ai.

Impiegando la zero-touch automation, che richiede pochissimo intervento umano, i programmi di Ai possono aiutare a risparmiare energia allineando in tempo reale le modalità di utilizzo alla domanda sulla rete e individuando anomalie nelle prestazioni che spesso si riconducono a attrezzature non efficienti da sostituire con apparecchiature più nuove.

Le soluzioni di Ai per l’efficienza energetica possono anche ridurre il numero degli interventi on-site effettuati dal personale per risolvere problemi di rete, anche in questo caso abbattendo i costi.

Clima: i benefici di 5G, IoT e private networks

Un white paper separato presentato sempre da Nokia e Gsma Intelligence prevede che l’implementazione delle tecnologie mobili e digitali, come 5G, 4G, reti private e sensori IoT, consentiranno grandi risparmi di emissioni di CO2 in una serie di settori industriali – manifattura, generazione elettrica, trasporti, immobili – che oggi rappresentano, complessivamente, l’80% delle emissioni globali di anidride carbonica.

Si tratta, dunque, di benefici prodotti dalla trasformazione delle fabbriche in smart factory e dall’adozione dei contatori intelligenti nelle case e negli uffici. Lo studio afferma che se le smart factory fossero diffuse su scala globale, si potrebbe azzerare in un anno l’equivalente di CO2 generata da 28 milioni di voli andata e ritorno da Londra a Los Angeles. Gli smart meter a casa, invece, potrebbero far risparmiare in un anno tanta energia da servire 97 milioni di abitazioni.

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