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Canone Rai in bolletta, Enel in attesa del decreto Mise

La presidente Patrizia Grieco: “Il provvedimento del ministero definirà i dettagli operativi per poter inserire l’importo nella bolletta elettrica. Proseguono i tavoli tecnici, le associazioni stanno studiando le soluzioni più adatte”

Pubblicato il 30 Ott 2015

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Per poter inserire il canone Rai nella bolletta elettrica Enel è “in attesa del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che definisca i dettagli operativi”. Lo afferma Patrizia Grieco, presidente di Enel. “Proseguono i tavoli tecnici e le associazioni di categoria stanno studiando le soluzioni più adatte per un dialogo costruttivo tra operatori e Governo”, aggiunge.

“Il possesso di un televisore, non di altri device, è il requisito per il pagamento del canone”, aveva puntualizzato nei giorni scorsi il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, spiegando che è stata aggiunta “una presunzione del possesso del televisore che è il contratto di fornitura elettrica”, lasciando però aperta la possibilità di modifiche in futuro.

La richiesta di pagamento del canone arriverà solo “con il contratto della fornitura elettrica dell’abitazione dove si è residenti”. Rispetto ai 100 euro non sarà prevista “alcuna maggiorazione e nessuna imposta aggiuntiva” come le accise previste per l’elettricità, in quanto la bolletta sarà solo la modalità di pagamento. Sarà il decreto attuativo a stabilire le modalità con cui comunicare il mancato possesso della televisione anche se, ha ricordato Giacomelli, già esiste la possibilità di effettuare un’autocertificazione.

Il sottosegretario ha poi ricordato che secondo i dati Istat il 97% degli italiani possiede un televisione, ma questo numero non emerge dai dati sul pagamento del canone. Proprio in merito all’evasione, la cui sanzione prevista dalla Legge di Stabilità 2015 va da due a sei volte il prezzo del canone, Giacomelli ha ricordato che il Mef aveva valutato “l’idea di togliere questa forbice e stabilire una sanzione pari a 5 volte la somma dovuta”, ma che comunque “sarà il Parlamento a decidere”.

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