In Italia “bisogna cercare un compromesso accettabile” tra concorrenza delle imprese di Tlc e redditività: perché ormai i margini delle società sono “relativamente modesti”. Lo ha detto il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, intervenendo al convegno “Going Local 2013” sulle Tlc organizzato a Roma dalla Commissione Europea.
Cardani ha rilevato che tra la fine del 2005 e il marzo 2013, “i prezzi dei servizi di telecomunicazione al dettaglio in Italia sono scesi tantissimo, solo in Francia sono scesi di più”, guardando ai grandi paesi europei. “In Italia, come in Europa, l’Ebitda delle aziende di Tlc mostrano che ci sono dei profitti, che tuttavia nel nostro paese sono destinati per coprire debiti, ammortamenti e svalutazioni – dice il presidente dell’Agcom -: resta poco per investire”.
“Questo ci dà l’idea che un certo grado di concorrenza ci sia. La profittabilità, che in un certo senso non manca, vista la necessità di ammortamenti importanti, forse è effettivamente relativamente modesta. Bisogna cercare un compromesso accettabile”, ha detto Cardani, aggiungendo di essere favorevolissimo al concetto di rilancio della politica industriale per le comunicazioni elettroniche da parte del Governo, che può contribuire così attivamente all’eliminazione di colli di bottiglia che ritardano lo sviluppo delle nuove reti.
“L’Autorità ha delle responsabilità e non ci sottraiamo – prosegue il presidente dell’Autorità – l’Italia è un paese molto arretrato, la penetrazione della banda larga cresce in Europa, in Italia resta piatta. Ma il problema del gap culturale verso il digitale è più di una pura e semplice questione di alfabetizzazione informatica. L’Italia è indietro perché non ha voluto scegliere l’Ict, che è sinonimo di trasparenza, informazione e coordinamento fra migliaia di siti della PA. Troppi particolarismi hanno bloccato il take up del digitale”.