LA POLEMICA

Caso Disney, Balassone (Anica): “Pronti a un confronto con Agcom”

L’associazione valuta il ricorso al Tar contro le deroghe concesse dal garante sugli obblighi di programmazione e di investimenti. Il segretario generale: “Nel resto d’Europa regole anche più stringenti”

Pubblicato il 31 Ott 2014

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L’Associazione nazionale industrie cinematografiche, audiovisive e multimediali (Anica) sta valutando la possibilità di impugnare al Tar le delibere AgCom sulle deroghe agli obblighi di programmazione e investimento. A spiegare la situazione al Cor.Com è Stefano Balassone, segretario generale dell’associazione: “Se l’autorità avesse ascoltato il nostro parere, sono certo che a un esame sereno della situazione sarebbe giunta a conclusioni diverse. Per questo auspichiamo un confronto costruttivo, e confidiamo nel fatto che una soluzione di buon senso possa essere a portata di mano. Bisogna considerare bene lo spirito delle norme: oggi le regole individuano un obbligo di investimento per realizzare i prodotti che l’editore, in questo caso Disney, ritiene necessari, e non una contemplazione passiva della situazione del mercato. Di fatto, di realtà in grado di realizzare prodotti interessanti per Disney ce ne sono, e ce ne sono a volontà. Mentre da quanto pubblicato sui giornali, Disney avrebbe ottenuto la deroga perché avrebbe affermato di non poter investire in Italia, perché secondo lei l’industria nazionale non sarebbe nelle condizioni di darle quello che cerca. Ma se Agcom fosse stata in possesso di tutte le informazioni, che siamo pronti a fornire, di certo le cose sarebbero andarte in modo diverso”.

Quanto al senso delle regole, Balassone sottolinea che norme per sostenere l’attività dei produttori locali sono presenti in tutta Europa: “Tutti i paesi europei sono attenti a questa questione – afferma – e in alcuni casi le norme sono anche molto più pressanti e più esortative, per consentire alla macchina della produzione nazionale di girare”.

“Il comitato esecutivo dell’Anica – si legge in un comunicato dell’Associazione – preso atto della pubblicazione delle delibere dell’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in merito alla concessione di deroghe totali o parziali agli obblighi di programmazione e investimento in opere cinematografiche di espressione originale italiana previste dal decreto interministeriale del 22 febbraio 2013, ha deciso di dare corso ad una valutazione della loro legittimità anche ai fini di una eventuale impugnazione in sede giudiziaria”.
“I testi delle delibere, riguardanti i principali canali televisivi internazionali autorizzati a trasmettere in Italia, inducono infatti a ritenere – prosegue l’Anica – che in sede istruttoria l’Autorità non abbia avuto a disposizione informazioni complete, soprattutto con riferimento alle dinamiche del mercato dei contenuti audiovisivi di produzione italiana. L’Anica – conclude la nota – è pronta a far valere le ragioni della produzione audiovisiva indipendente, nel più ampio spirito di collaborazione con le altre Associazioni coinvolte”.

Il caso era nato ieri, con il quotidiano La Repubblica che aveva pubblicato la delibera che esentava Disney dagli obblighi di legge su programmazione e investimento.

Contro la decisione dell’Agcom si era espresso ieri anche il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli: “Leggo che Agcom avrebbe concesso una deroga a Disney sul rispetto della quota del 10% di produzione europea da distribuire sui propri canali tv italiani. Se la notizia fosse confermata sarebbe incomprensibile. Nel caso, non credo debba essere Disney a dare la pagella di qualità ai nostri prodotti di animazione. Con l’Authority intendo approfondire la questione, anche perché non so se altre deroghe siano state concesse in questi anni: forse ci sono regole che vanno cambiate”. “Sarebbe singolare – aveva concluso – che mentre gli operatori televisivi pretendono giustamente regole uguali per tutti, anche per i big di Internet, quelle stesse regole già oggi non venissero rispettate da chi è presente in Italia”.

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