DECRETO DEL FARE

Catricalà: “Banda larga, recupereremo i 20 milioni”

Il viceministro alle Comunicazioni assicura: “Le risorse nella prossima legge di stabilità”. E sullo scorporo della rete Telecom: “Va fatto, è un atto di civilità. Ma serve certezza normativa e tariffaria”

Pubblicato il 24 Lug 2013

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Nella prossima legge di stabilità il governo recupererà i 20 milioni di finanziamenti alla banda larga stanziati dal Crescita 2.0 e “stralciati” dal decreto del fare: è quanto ha affermato il vice ministro allo Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, incontrando i giornalisti ad un convegno sulle Telecomunicazioni. Rispondendo a chi gli chiedeva spiegazioni sulla riduzione delle risorse destinate alla banda larga, Catricalà ha chiarito che “era una copertura che bisognava trovare”.

“Non possiamo tornare indietro sulle promesse fatte e dobbiamo recuperare questi 20 milioni – tagliati per necessità – alla banda larga. Troveremo la copertura nella legge di stabilità”. E a chi gli chiedeva se i nuovi fondi verranno reperiti con certezza il vice ministro allo Sviluppo Economico ha risposto con certezza: “Assolutamente si'”. Parlando della banda larga, Catricalà ha sottolineato l’impegno del governo soprattutto per estendere la rete nel Mezzogiorno per far fronte al “digital divide”.

“Stiamo recuperando bene e stiamo portando la banda larga al Sud. Ci sono 388 milioni di risorse pubbliche che servono a mobilizzare un altro 30% di soldi privati per arrivare a 500 milioni”.

Sul tema dello scorporo della rete di Telecom Italia, il viceministro ha detto che “va fatto, è un atto di civilità economica”. Secondo Catricalà questo processo “non èuna cosa scontata, ma deve essere un fatto spontaneo di Telecom Italia che deve poter contare su certezza normativa e stabilità tariffaria”. All’Antitrust che chiede al Governo un ruolo di stimolo per l’operazione, Catricalà replica dicendo che “Pitruzzella chiede un incoraggiamento del Governo per questa scelta e accolgo volentieri l’invito”.

E il tema spin off Catricalà è tornato anche in audizione al senato. “Il Governo ritiene che il progetto di scorporo della rete di Telecom Italia sia utile, sufficiente, non scontato”, ha evidenziato. Con lo scorporo “vengono garantiti la neutralità degli input e la parità di accesso in conformità alle direttive europee”, per cui “la governance della società dovrà essere tale da non suscitare sospetti di parzialità”. D’altro canto, ha sottolineato Catricalà, “è essenziale che ci siano prevedibilità e stabilità della tariffazione per assicurare soprattutto nella fase iniziale un ritorno per gli investimenti”.

Catricalà ha detto che che “il perimetro dello scorporo sembra adeguato perché si tratta di uno spin off di tutta la parte che costituisce monopolio naturale di Telecom”. ”Si tratta infatti di un’operazione che conclude un lungo processo di liberalizzazione del settore – ha spiegato Catricalà, precisando che ”il perimetro dello scorporo sembra adeguato perché si tratta di uno spin off di tutta la parte che costituisce monopolio naturale di Telecom che inizia dallo stadio di linea e arriva fino alle abitazioni dei cittadini italiani, compresi i 151 mila armadi stradali, gli 8,8 milioni di pali e i 33,6 milioni di borchie utente, le antenne, la rete primaria e le reti secondarie di rame, il permutatore di rame e il permutatore ottico. Quindi una rete sulla quale potranno lavorare 22 mila dei 54 mila dipendenti di Telecom, una rete che ha un suo valore fisico e un valore di avviamento che dipendono in parte anche dalla regolazione tariffaria”.

”La rete gestita da una società terza, se avra’ il contributo di un’importante realtà come la Cassa Depositi e Prestiti, potrà svolgere al meglio la sua missione di adeguamento dei nostri standard a quelli europei della banda larga e ultra larga rispettando gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europa 2020”, ha aggiunto il vice ministro, sottolineando che ”naturalmente è essenziale che ci siano prevedibilità e stabilità della tariffazione per assicurare soprattutto nella fase iniziale un ritorno per gli investitori”.

”La scelta di scorporo – ha concluso – non è obbligata e non è scontata, che per la concorrenza rappresenta un valore in sè che ha dato buoni frutti con Terna e con Snam Rete Gas e che potrebbe essere replicata in altre situazioni ove le Autorità di settore la ritengano utile per gli utenti e profittevole per il mercato”

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