“Speriamo che Cassa Depositi e Prestiti voglia ancora essere protagonista nella vicenda di acquisto della rete” di Telecom Italia. Lo ha puntualizzato Antonio Catricalà, vice ministro allo Sviluppo economico, a margine del convegno I-Com. “E’ chiaro che Cdp ha propri limiti e vincoli che riguardano il mercato. A Cdp non si chiedono interventi di salvataggio, ma comprare una rete è profittevole, come lo è stato per tutte le altre”, ha aggiunto Catricalà, citando l’esempio di Terna e Snam. “Questi asset non dico che sono slot machine, ma se gestiti con intelligenza producono profitti e ulteriori investimenti, che e’ quello che il Governo si augura per il futuro”, ha spiegato.
Per quanto riguarda invece le ipotesi di ingresso di Cdp nel capitale di Telecom Italia, il vceministro ha sottolineato: ” Non mi pare sia all’ordine del giorno”. “Si è parlato – ha proseguito – di una società che rilevi la rete, non credo sia interessata al servizio”.
Oggi il numero uno della Cassa Franco Bassanini ha smentito ogni ipotesi di ingresso nel capitale di Telecom Italia: “Cassa depositi e prestiti non si è mai espressa sull’ipotesi di un investimento in Telecom Italia“, ha detto in occasione del medesimo convegno.
Secondo il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, “Telecom Italia ha altri problemi oltre al ruolo della Cassa Depositi e Prestiti”. “Con Cdp il dialogo va avanti su tanti asset, perché Cdp può e deve svolgere un ruolo fondamentale in questo momento in cui stiamo guardando al rilancio del paese e alla crescita del paese nelle infrastrutture – ha spiegato a margine di un congresso a Milano – Penso al ruolo che può svolgere nelle infrastrutture strategiche che riguardano i collegamenti dell’Italia. Cdp potrà svolgere un ruolo anche su altre infrastrutture, ma credo che il problema di Telecom non sia solo il ruolo di Cdp, mi sembra che abbia altri problemi”.