“E adesso il governo riparte con la golden share” per Telecom. Lo annuncia il viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, lasciando Palazzo Madama, dopo che il governo ha incassato la fiducia.
“Sto lavorando affinché Cdp entri nella società che gestisce la rete” di Telecom Italia, ha detto Catricalà riferendosi all’eventuale passaggio di Telecom Italia nelle mani degli spagnoli di Telefonica. Catricalà ha quindi spiegato che “al momento non c’è ancora un gruppo che lavora alla modifica della legge sull’Opa e non si prevede una prossima discussione in Cdm, ma è possibile”.
A chi gli chiedeva se il destino di Telecom Italia sarà Telefonica, il vice ministro ha risposto: “vediamo come sarà il Dpcm e il decreto sui poteri speciali che sono di prossima emissione. Il Dpr va in Cdm, mentre il Dpcm che riguarda le infrastrutture strategiche per la sicurezza e la difesa non deve passare per il Consiglio dei ministri e questo facilita l’iter”, ha concluso il vice ministro.
Secondo il testo del decreto della presidenza della Repubblica “gli attivi di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni sono individuati nelle reti e negli impianti utilizzati per la fornitura dell’accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale”, spiega la bozza del provvedimento. Sono inclusi tra gli asset strategici i collegamenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza e la “rete di accesso alla rete telefonica pubblica in postazione fissa anche nel caso di connessioni stabilite mediante servizi di accesso disaggregato all’ingrosso, condiviso o wrl, in rame e fibra”. La bozza prevede che i poteri speciali del governo non si applichino alle operazioni infragruppo “riguardanti fusioni, scissioni, incorporazioni” o cessioni. Tuttavia, i limiti ai golden power non valgono “in presenza di elementi informativi circa la minaccia di un grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti e alla continuità degli approvvigionamenti”.
Secondo il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi “il futuro di Telecom si giocherà sugli investimenti che il Gruppo saprà realizzare, e non dalla composizione della sua compagine azionaria”. ”L’importante – è il parere di Squinzi – è che Telecom sia messa nelle condizioni di fare degli investimenti, indipendetemente dagli azionisti che avrà”.