I cavi sottomarini stanno diventando qualcosa di più di semplici conduttori di dati. In un contesto europeo segnato da minacce ibride, rischi sismici e crescenti tensioni geopolitiche sulle infrastrutture digitali, Bruxelles guarda ai fondali marini come frontiera strategica per la sicurezza e la resilienza del continente. In questo scenario si inserisce il progetto Ecstatic (Enhanced Communications Submarine Cables for Threat Awareness and Interception Capability), finanziato dall’Unione europea, che mira a trasformare le dorsali sottomarine in sistemi di rilevamento e sorveglianza globale.
Tra i protagonisti dell’iniziativa c’è Sparkle, che partecipa alla sperimentazione attraverso la propria infrastruttura BlueMed, lungo il tratto tirrenico che collega Genova e Palermo, e all’interno del Network Operation Center di Catania. L’obiettivo è dimostrare come la fibra ottica possa essere utilizzata non solo per trasmettere dati, ma anche per rilevare vibrazioni, attività sismiche e tentativi di manomissione, grazie a tecnologie ottiche innovative integrate nei cavi esistenti.
“La nostra partecipazione al progetto Ecstatic è un chiaro esempio della visione di Sparkle di spingere i limiti di ciò che le reti digitali possono realizzare”, ha spiegato l’amministratore delegato Enrico Bagnasco, sottolineando che “utilizzando la nostra infrastruttura globale in fibra ottica, dimostriamo come il settore delle telecomunicazioni possa giocare un ruolo fondamentale nel monitoraggio sismico e nella protezione delle reti”.
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Non più solo backbone digitale: i cavi diventano sensori
Il progetto Ecstatic, descritto ufficialmente come un’iniziativa per lo “sviluppo di nuove capacità di rilevamento distribuito lungo le dorsali digitali”, introduce un cambio di paradigma per il mondo delle telecomunicazioni. Grazie all’impiego di tecnologie avanzate come il Distributed Acoustic Sensing (Das) e l’analisi fotonica, sarà possibile utilizzare i cavi già esistenti per raccogliere in tempo reale segnali relativi a terremoti, movimenti sottomarini, variazioni di pressione e disturbi ambientali.
Si tratta di una funzione del tutto nuova per queste infrastrutture, finora considerate esclusivamente come canali passivi di trasmissione dati, e apre la strada a un modello in cui infrastruttura fisica e sensorialità digitale convergono per offrire valore aggiunto in termini di protezione e intelligence territoriale.
L’ambizione di Bruxelles è chiara: massimizzare le infrastrutture già esistenti, valorizzandole anche in chiave geostrategica, senza dover necessariamente costruire nuovi sistemi da zero. Ecstatic è quindi parte di una visione europea che guarda alla resilienza infrastrutturale come fondamento della sovranità digitale.
Una priorità strategica per la sicurezza dell’Europa
Il tema della protezione dei cavi sottomarini è oggi più che mai al centro dell’agenda politica e industriale europea. Come ha dichiarato la commissaria europea per l’Energia e la digitalizzazione, Kadri Simson Virkkunen, “serve costruire un vero e proprio hub di sicurezza per le reti digitali nel Nord Baltico, che sarà punto di riferimento anche per il resto dell’Unione”.
L’iniziativa segue una crescente consapevolezza da parte delle istituzioni comunitarie e dell’industria sul fatto che i cavi sottomarini costituiscono una delle infrastrutture più vulnerabili e meno protette, nonostante siano essenziali per il 97% del traffico internet globale. Un appello in tal senso è arrivato anche dal settore privato: gli operatori chiedono “un rafforzamento della cooperazione tra Unione europea e Nato contro gli attacchi ibridi ai cavi sottomarini”, segnalando la necessità di disporre di strumenti comuni di difesa, prevenzione e reazione rapida.
Ecstatic si inserisce esattamente in questo solco, combinando sperimentazione tecnologica e prospettiva strategica, con l’obiettivo di mettere a fattor comune ricerca scientifica, competenze industriali e governance multilivello.
L’Italia come laboratorio europeo
Con la partecipazione di Sparkle e l’attivazione dei test sul tratto BlueMed Genova–Palermo, l’Italia assume un ruolo di laboratorio avanzato per la nuova generazione di cavi sottomarini intelligenti. Il Network Operation Center di Catania diventa uno snodo chiave per l’elaborazione e l’interpretazione dei dati, ma anche per l’interfaccia tra la rete e le autorità civili e scientifiche coinvolte nel monitoraggio sismico.
Non è un caso che Sparkle sia stata selezionata tra i partner del progetto: la sua infrastruttura è tra le più estese nel Mediterraneo, e già oggi svolge un ruolo cruciale per la connettività tra Europa, Africa e Asia. Dotarla di capacità sensoriali significa moltiplicarne il valore e integrarla nel sistema europeo di prevenzione e reazione alle crisi naturali o geopolitiche.