L’ALLARME

Cavi sottomarini tranciati nel Mar Rosso: in tilt il 25% del traffico web mondiale

Gli operatori costretti a reindirizzare circa un quarto delle comunicazioni tra Asia, Europa e Medioriente. Dallo scoppio della guerra civile yemenita grosse difficoltà nella posa delle nuove reti determinanti per far fronte all’aumento esplosivo della domanda di dati intercontinentale

Pubblicato il 04 Mar 2024

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Circa il 25% del traffico web tra Asia, Europa e Medio Oriente ha subito conseguenze a causa del danneggiamento dei cavi sottomarini del Mar Rosso. A lanciare l’allarme è la società di telecomunicazioni di Hong Kong Hgc global communications, che sottolinea come i problemi registrati da quattro delle principali reti di comunicazione globali siano alla base di una serie di interruzioni del servizio.

Per ovviare al problema e contenere quanto più possibile i disagi sarebbero in corso attività di reindirizzamento del traffico e di potenziamento dell’assistenza alle aziende interessate. La denuncia di Hgc, ripresa anche dalla Cnn, non fa però direttamente riferimento a chi né per quale motivo abbia danneggiato le infrastrutture sottomarine: l’unico collegamento possibile, al momento, è quello con gli avvertimenti del governo yemenita, che aveva parlato di una possibilità di offensiva contro i cavi da parte dei ribelli Houthi sostenuti dall’Iran.

Mar Rosso Hub delle tlc globali

Secondo gli ultimi dati di TeleGeography, oltre il 90% di tutta la capacità Europa-Asia passa dal Mar Rosso, che attualmente è un punto caldo globale dal punto di vista geopolitico,  a causa dei ripetuti attacchi dei ribelli Houthi yemeniti contro le navi commerciali, e da quello economico, dal momento che rappresenta un nodo strategico per il commercio globale, svolgendo anche un ruolo vitale per le reti di comunicazione di tutto il mondo: molti Paesi asiatici, dell’Africa orientale e del Medio Oriente si affidano proprio ai cavi del Mar Rosso per accedere all’Europa.

La sfida delle manutenzioni

Tra le sfide aperte c’èquella delle manutenzioni, tra quelle di routine e le riparazioni, necessarie per mantenere le infrastrutture per la banda ultralarga funzionanti. A novembre, Global Cloud Xchange è stata in grado di completare la manutenzione programmata sul cavo Falcon nelle acque yemenite, ma le future riparazioni potrebbero rivelarsi difficili se sarà necessario intervenire  in aree con alti livelli di attività ribelle per non mettere a rischio mezzi ed equipaggi.

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