IL NUOVO ASSETTO

Cda allargato Telecom, Vivendi va avanti: “No integrazione dei gruppi”

Lettera di de Puyfontaine ad Assogestioni in risposta alle preoccupazioni espresse dal comitato dei gestori: “Non si tratta di mancanza di fiducia: con oltre 3mld di investimenti naturale entrare nel cda”. “Dibattito non focalizzato sul merito delle proposte”

Pubblicato il 03 Dic 2015

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Vivendi non intende esercitare una influenza significativa su Telecom Italia, né proporre un’integrazione tra i due gruppi”. Inoltre “l’aumento del numero di consiglieri è temporaneo”, fino cioè alla conclusione dell’attuale mandato che terminerà con l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2016″.

Lo scrive il ceo del gruppo francese, Arnaud de Puyfontaine, in una lettera indirizzata ad Assogestioni in risposta alla missiva in cui il Comitato dei Gestori esprimeva preoccupazione per le richieste di integrazione all’odg dell’assemblea di Telecom del 15 dicembre e chiedeva chiarimenti, in particolare sulle intenzioni di Vivendi nei confronti dell’operatore italiano di tlc. Il gruppo francese presieduto da Vincent Bolloré, primo azionista di Telecom con il 20,1%, ha chiesto di avere quattro rappresentanti nel board.

“Con riguardo alla composizione del Consiglio a partire dal 2017, Vivendi condivide che dovrebbe essere adeguato ad assicurare un’efficiente governance di Telecom Italia, ovviamente nel pieno rispetto dei principi di cui allo statuto sociale” prosegue la lettera.

“Non si tratta di mancanza di fiducia – scrive il ceo -: con noi il cda risulterà arricchito”. Del resto con un investimento “da oltre 3 miliardi per acquistare la partecipazione in Telecom” è naturale entrare nel cda. E” sembrato naturale “cogliere l’opportunita'” della prossima assemblea degli azionisti del 15 dicembre per la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, per presentare la proposta di “nomina di nuovi amministratori rappresentativi dell’attuale composizione del capitale sociale”.

La quota in Telecom – ribadisce Vivendi – e’ stata acquistata “con una prospettiva e un approccio di lungo termine, condividendo l’attuale piano strategico e gli obiettivi di Telecom Italia, incluso lo sviluppo delle connessioni ad alta velocità”.

Nella lettera indirizzata a Marco Vicinanza, presidente del Comitato dei gestori Vivendi ricorda come “tutti gli amministratori, una volta nominati, devono sempre agire nell’esclusivo interesse della società e dei suoi stakeholders”. ”Conseguentemente
prosegue la lettera – siamo sorpresi che il dibattito e le preoccupazioni siano focalizzati sull’esigenza di conservare una proporzionalità tra gruppi di consiglieri di amministrazioni rispetto agli azionisti che li hanno originariamente designati invece di discutere nel merito delle proposte, delle esperienze dei candidati e del loro auspicato contributo in vista della creazione di valore a lungo termine nell’interesse di tutti gli stakeholders”.

La lettera pubblicata sul sito dell’associazione dei fondi di investimento firmata dal Comitato dei gestori, e che diceva di parlare anche a nome degli investitori istituzionali esteri (Aberdeen Asset Management, APG Asset Management, Fidelity International, Legal & General Investment Management, Legal & General Assurance, JP Morgan Asset Management, Standard Life Investment), si chiedeva a Vivendi chiarimenti sulle concrete finalità del gruppo francese e se la richiesta di allargamento del consiglio intenda “segnalare una mancanza di fiducia nell’operato concreto dell’attuale consiglio”.

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