Al netto delle aree a fallimento di mercato la copertura è ancora un fattore differenziante per gli operatori Tlc? Secondo Federico Protto, amministratore delegato Cellnex Italia, sì. Anche se occorre fare dei distinguo. “Sembra una domanda semplice, quasi innocua, ma non lo è: l’evoluzione del servizio mobile ha infatti portato a dare risposte diverse”, ha detto il manager parlando in occasione dell’edizione 2024 di Telco per l’Italia.
Il valore strategico di copertura e densificazione della rete
“La differenziazione era netta all’alba dell’era della telefonia mobile. I consumatori sceglievano il proprio operatore in base al fatto che comparisse o meno sul display del telefonino la famosa ‘tacca’. Dopodiché le licenze hanno portano specifici obblighi di copertura per ciascun provider, e gli operatori hanno investito in maniera massiccia, rendendo l’Italia uno dei mercati migliori a livello europeo, per non dire mondiale, su questo specifico fronte: di fatto, il tema della copertura è diventato molto meno influente. Come sappiamo tutti, però, l’introduzione dello smartphone ha cambiato le regole del gioco, e la trasmissione di contenuti in download e upload continua a crescere in modo esponenziale. Dunque per garantire un servizio di qualità il tema della copertura – inteso non in senso stretto, ma come densificazione delle celle – torna a essere assolutamente differenziante”.
Secondo Protto c’è un elemento in più da non sottovalutare. Oltre a essere diventato il fulcro di molte delle attività quotidiane degli utenti, lo smartphone è considerato a tutti gli effetti un elemento di sicurezza. “Di conseguenza rappresenta sempre di più un fattore critico di successo la capacità di garantire la copertura in aree difficilmente raggiungibili dal segnale. E non parlo solo di reti dedicate ai sistemi mission critical delle unità di intervento, che sono separate dai network mobile commerciali”, ha precisato Protto, “ma anche di reti tradizionali, visto che sono allo studio sistemi che puntano a sfruttarle per dare supporto alle comunicazioni ipercritiche in situazioni di emergenza”.
L’evoluzione del ruolo delle towerco
A prescindere dalla rilevanza che continua ad avere l’infrastrutturazione, il ruolo delle towerco è in continua evoluzione. “Mi sono trovato davanti un’industry in profonda trasformazione”, ha detto Protto, alludendo al fatto che ha da poco preso le redini di Cellnex. “Da un modello di business tendenzialmente incentrato sulla gestione finanziaria – dovuto alla genesi di quasi tutte le società che si occupano di torri, nate come spin-off di operatori – nell’ottica di ottimizzare l’efficienza dell’infrastruttura oggi la towerco sta diventando un soggetto centrale all’interno di una filiera molto lunga, assumendo un ruolo di gestore di risorse (tramite lo sharing attivo e passivo) e, in qualche modo, di agente sociale: siamo tutti innamorati delle torri, ma dobbiamo dire che non sono bellissime da un punto di vista estetico. Ecco perché ridurne il numero, ottimizzandole con le funzioni di sharing è fondamentale, anche nell’ottica di ottenere il consenso di amministrazioni locali, municipalità e comitati cittadini che non sono sempre favorevoli all’installazione di nuove strutture. È un’area su cui ci stiamo impegnando molto, investendo anche nell’acquisizione e nella messa in sicurezza dei siti, attività gestite dalla newco denominata non a caso Celland”.