Nuovo rinvio per l'annunciata fusione delle operazioni legate
ai device mobili di Nec, Casio Computer e Hitachi, che slitta al
primo giugno per attendere il via libera dell’antitrust
all'estero (le tre aziende non hanno specificato di quale Paese
attendano il disco verde). Ciò non significa comunque, secondo gli
analisti, che l’accordo sia a rischio.
"Non ci sono conflitti o disaccordi con le autorità
estere”, garantisce il portavoce di Nec. “Siamo semplicemente
in attesa di una risposta e il processo di revisione del nostro
merger sta richiedendo più tempo di quanto inizialmente
preventivato”. Il merger era originariamente previsto per aprile,
ma a fine febbraio le tre aziende hanno reso noto che avrebbero
rimandato di un mese l’integrazione delle loro attività nei
mobile handset perché erano ancora in corso le revisioni delle
autorità antritrust di Paesi esteri. Ora la data per il
completamento della fusione slitta nuovamente, da maggio a
giugno."Il merger sta richiedendo più tempo, ma si
completerà, perciò non vediamo il ritardo come una notizia
negativa”, commenta Yuichi Ishida, analista di Mizuho investors
securities.
La joint venture, che prenderà il nome di Nec Casio mobile
communications, diventerà il secondo maggior produttore giapponese
di telefonini per volumi distribuiti dopo Sharp Corp. I tre partner
vogliono unire le loro risorse per espandersi in Paesi che
promettono grandi opportunità come la Cina: è difficile crescere
in Giappone, ormai saturo e dove la popolazione si restringe. Il
primo mercato ad essere aggredito sarà però quello americano,
dove già esiste una joint venture tra Casio e Hitachi che fornisce
prodotti a Verizon Wireless. Entro l’anno fiscale che terminerà
a marzo 2013, l’alleanza Nec-Casio-Hitachi ha come obiettivo di
vendere 12 milioni di handset in tutto il mondo, di cui 7 milioni
in Giappone e 5 milioni all’estero.