Cellulari, rischio tumore? Gsma: efficaci gli attuali standard di sicurezza

Un gruppo di 34 esperti dell’Agenzia internazionale dell’Oms per la ricerca sul cancro allerta sui rischi: consigliato l’uso di auricolari, meglio gli sms delle chiamate. L’Iss: nessuna certezza scientifica. E l’associazione che raggruppa i produttori di dispositivi assicura: rispettate le norme a tutela della salute

Pubblicato il 01 Giu 2011

Le radiofrequenze da cellulare "potrebbero causare il
cancro". Lo ha deciso un gruppo di 34 esperti dell'Agenzia
Internazionale per la ricerca sul cancro dell'Oms,
l'Organizzazione mondiale della sanità, che al termine di una
review degli studi sul tema ha definito i campi elettromagnetici
come "possibly carcinogenic". Lo studio sarà pubblicato
il primo luglio sulla rivista scientifica "Lancet".

L'annuncio riapre il dibattito lungo 20 anni sulla sicurezza
della telefonia mobile per la salute umana. Si contano 5 miliardi
di telefonini in tutto il mondo, solo in Italia quasi due a testa,
circa 100 milioni di cellulari. La valutazione del panel di
esperti, che sarà contenuta in una monografia di prossima
pubblicazione, si basa sia sui test sugli animali effettuati finora
che sui dati degli studi epidemiologici sull'uomo.

Gsma, standard di sicurezza rispettati
Ma i produttori riuniti nella Gsma, che assicurano il finanziamento
di studi indipendenti per conoscere l'effettivo rischio,
sottolineano che la classificazione fissa il rischio ad un terzo
livello su una scala di 5 livelli, un livello che "contiene
altre sostanze di uso comune come ad esempio il caffè e i
sottoaceti". La Gsma, l'associazione che rappresenta gli
operatori di telefonia mobile nel mondo, dopo le dichiarazioni
dell'Oms sulla possibilità di sviluppo dei tumori legata
all'uso dei telefonini, precisa che lo studio dello Iarc
"suggerisce che un rischio è possibile ma non probabile"
ed affermano che gli attuali standard di sicurezza, alla luce delle
attuali conoscenze, restano validi.

"Detto più semplicemente questa valutazione scientifica – si
legge nota della Gsma – ha identificato alcune prove indicative
negli studi umani ma nessun consistente supporto da quelli sugli
animali e sulle cellule". La Gsma riconosce che alcuni utenti
di telefonini possano essere preoccupati. "Ma gli standard di
sicurezza rimangono validi e il risultato di questi test dovrebbe
essere inteso come indicativo della necessità di ulteriori future
ricerche".

Studi futuri, ricorda l'associazione, osserveranno la salute
degli utenti di cellulari nel lungo periodo. Studi già avviati con
la collaborazione dei membri della Gsma riguardano 250mila persone.
"Nel decennio passato più di 30 autorevoli studi indipendenti
condotti in tutto il mondo, fra cui anche dall'Oms, hanno
concluso che gli standard attuali di sicurezza per i cellulari
assicurano protezione a tutte le persone contro tutti i rischi
conosciuti per la salute", prosegue la nota.

La classificazione dello Iarc è un giudizio scientifico di
qualità che "dovrà essere esaminato dalle agenzie di salute
pubblica e dall'Oms prima che possa essere fatta qualsiasi
raccomandazione".

Istituto Superiore di Sanità: nessuna certezza sul legame
tumori-cellulari

E anche dall'Istituto Superiore di Sanità si sottolinea la
necessità di studi ulteriori: "Quello più importante si
chiama Cosmos, e coinvolge 250mila persone in tutta Europa –
conferma Susanna Lagorio epidemiologa dell'Istituto scientifico
del Ministero della Salute – e dovrebbe riuscire a superare tutte
le limitazioni dei precedenti. Nel frattempo le raccomandazioni di
limitare l'uso del telefonino sono più che altro a scopo
precauzionale, perchè solo l'Oms può dare indicazioni di
salute pubblica, e lo farà probabilmente tra due anni in un volume
apposito sulle radiofrequenze".

"Le evidenze sono state giudicate "limitate" per
quanto riguarda il glioma e il neurinoma acustico (tumore del nervo
uditivo ndr) – ha spiegato Jonathan Samet, che ha coordinato il
gruppo di lavoro – mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati
sufficienti". Gli esperti hanno sottolineato che serviranno
ulteriori ricerche prima di avere conclusioni definitive. Secondo
gli scienziati, l'uso dei telefoni cellulari può aumentare il
rischio di glioma, un tipo di tumore cerebrale maligno, e di
neuroma acustico, una forma benigna. Le evidenze al momento
disponibili, precisa la Iarc (l'Agenzia Internazionale per la
Ricerca sul Cancro) , sono limitate a queste due neoplasie.

"La nostra classificazione implica che ci potrebbe essere
qualche rischio – ha aggiunto l'esperto – e che tuttavia
dobbiamo continuare a monitorare con attenzione il link tra i
cellulari e il rischio potenziale. Nel frattempo è importante
prendere misure pragmatiche per ridurre l'esposizione, come
l'uso di auricolari o il preferire i messaggi di testo alle
telefonate ove possibile".

"Dal punto di vista strettamente scientifico non c'è
corrispondenza tra le onde elettromagnetiche emesse dai telefonini
e lo sviluppo di tumori infantili – ha detto il presidente
dell'Associazione italiana ematologia ed oncologia pediatrica
(Aieop), Fulvio Porta, aggiungendo che "sull'impatto delle
onde elettromagnetiche emesse dai telefonini e la loro eventuale
correlazione con lo sviluppo di neoplasie nei bambini – dice –
cerca, tra le altre cose, di far luce lo studio Setil, promosso
dall'Aieop i cui risultati saranno resi noti quest'anno. Lo
studio ha l'obiettivo di individuare gli eventuali fattori
ambientali alla base dei tumori infantili".

Il presidente dell'Aieop ha inoltre ricordato che è stato
costituito un gruppo di lavoro, insieme a ministero della Salute,
Iss e Fiagop (Federazione italiana associazione genitori
oncoematologia) per la valutazione del rischio ambientale (quindi
anche delle radiazioni dei cellulari) per lo sviluppo dei tumori
infantili.

Asstel, monitoraggio continuo
Assotelecomunicazioni (Asstel) l'associazione aderente a
Confindustria che rappresenta le imprese di telecomunicazioni,
continua a monitorare gli sviluppi scientifici degli studi che
indagano gli eventuali effetti sulla salute dell'uso dei
telefoni cellulari. "La Iarc (l'Agenzia Internazionale per
la Ricerca sul Cancro) ha classificato – si legge in una nota –
l'esposizione ai campi elettromagnetici a radio frequenza nella
classe 2B in riferimento all'uso del telefono cellulare.
Secondo la Iarc questo significa che "ci potrebbe essere
qualche rischio" e che occorre continuare a monitorare gli
sviluppi scientifici".

L'industria delle telecomunicazioni mobili tramite la Gsm
Association, "continuerà a finanziare i progetti di ricerca
che aiuteranno a colmare le lacune nelle conoscenze scientifiche, e
che il finanziamento dell'industria continuerà ad avvenire in
modo trasparente, garantendo la completa indipendenza scientifica
dei ricercatori". «La Iarc ha classificato – si legge in una
nota – l'esposizione ai campi elettromagnetici a radio
frequenza nella classe 2B in riferimento all'uso del telefono
cellulare. Secondo la Iarc questo significa che "ci potrebbe
essere qualche rischio" e che occorre continuare a monitorare
gli sviluppi scientifici. La classe 2B è la terza classe di
classificazione su cinque e contiene altre sostanze di uso comune
come ad esempio il caffè e i sottoaceti".

La Iarc, ricorda anche Assotelecomunicazioni, "ha valutato
anche tutti gli studi sull'esposizione ambientale e
occupazionale ai campi elettromagnetici, come quella delle antenne
per telecomunicazioni, e li ha considerati, invece, inadeguati a
evidenziare un aumento dei rischi per la salute. La decisione della
Iarc verrà ora esaminata dagli altri enti scientifici e sanitari,
tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità, per la
valutazione complessiva dei rischi per la salute associati
all'uso del telefono cellulare".

Fazio, eccesso di precauzione
Il ministro della Salute Ferruccio Fazio si dice perplesso
sull'allarme dell'Oms sul rischio tumori legato all'uso
di telefoni cellulari e spiega di avere l'impressione che non
esistano ragioni per introdurre delle precauzioni per il loro uso.
"Ho chiesto un parere al Consiglio Superiore di Sanità – ha
detto Fazio nel corso di una intervista al Tg5 – certo non vorrei
che ci fosse un eccesso di principio precauzionale". E il
ministro frena anche sull'ipotesi di introdurre delle misure o
dei limiti: "Proprio questo ho chiesto un parere ma non ho
l'impressione che ci siano gli elementi per farlo".

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