Saga Telecom Italia

Cestaro (Slc-Cgil): “Letta ha deciso la fine di Telecom Italia?

J’accuse del sindacalista: “Il presidente del Consiglio ha dato il via libera ad una fusione con gli spagnoli? Se fosse così, sarebbe un atto gravissimo”

Pubblicato il 18 Dic 2013

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“La reticenza nel commentare gli avvenimenti di questi giorni, non certo lusinghieri per il Paese e le sue istituzioni, rende verosimile che il Governo italiano abbia dato il suo consenso ad un percorso con gli spagnoli che terminerà con la fusione per incorporazione di Telecom Italia dentro Telefonica”: è un j’accuse nei confronti del presidente del Consiglio quello che viene dal segretario generale dello Slc Cgil Massimo Cestaro.
“Se così fosse – aggiunge – saremmo di fronte ad un atto gravissimo perché il Governo si assumerebbe la responsabilità di determinare la fine di Telecom Italia a favore della costituzione di un gruppo di Tlc europeo che partirebbe con oltre 100 miliardi di debiti ed un interesse nullo ad investire in un mercato saturo come quello italiano.Il tutto senza avere il coraggio di dichiararne la volontà e senza aprire una discussione pubblica su dove si voglia traghettare il Paese e le sue principali aziende”.
Secondo Cestaro, “l’Italia sarebbe in questo modo il primo Paese europeo a restare privo di un’azienda di telecomunicazioni, perdendo l’unica leva vera per governare la nascita delle reti di nuova generazione necessarie allo sviluppo del Paese. In questo quadro le dichiarazioni rilasciate ieri da Letta sulla volontà del Governo di agevolare gli investimenti nella creazione della banda larga sono impegni vanificati ipso facto che non potranno essere rispettati”.
“Occorre unire e sostenere gli sforzi di tutti coloro che hanno espresso la disponibilità ad investire in Telecom – afferma il segreatrio dello Slc Cgil – realizzando, attraverso un aumento di capitale, una decisa inversione di rotta nelle scelte strategiche dell’azienda per garantire la difesa dell’occupazione, un futuro di successo a Telecom e una adeguata e moderna dotazione infrastrutturale utile allo sviluppo del nostro Paese”.

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