Anche China mobile aderisce alla Linux Foundation,
l'organizzazione no-profit nata nel 2007 che lavora alla
diffusione e crescita dell'omonimo sistema operativo open
source.
China mobile è il più grande operatore telefonico nel mondo, con
quasi 350 milioni di abbonati – si stima che gli internauti
cinesi raggiungano oggi i 400 milioni – ed è nato nel 1997 da
China Telecom, ex monopolista del mercato cinese. Possiede oggi
oltre il 65% del mercato del Paese, è quotata alle borse di New
York e Hong Kong e il Financial Times l'ha nominata per quattro
anni consecutivi come uno dei marchi più potenti del mondo. Da
gennaio a settembre 2010 ha dichiarato un incremento del 3,9%
annuo, annunciando circa 9,5 miliardi di utile netto. Già da tempo
ha deciso di investire in Linux, producendo un clone di iPhone,
OPhone, basato sul sistema Android.
China mobile ha aderito alla Fondazione Linux come membro Gold. È
possibile associarsi come Membro Platinum (sette società, tra cui
Ibm, Intel, Oracle), come Gold (sono al momento dieci, tra cui
Google, Hp, Cisco e Nokia) o Silver (sono ora circa cinquanta
membri). "La decisione di China Mobile di aderire alla Linux
Foundation rappresenta un possibile passo avanti verso un
allineamento dei sistemi operativi in Cina e nel settore delle
telecomunicazioni – ha dichiarato Jim Zemlin, direttore esecutivo
della Fondazione -. Per noi significa la possibilità di presentare
Linux a 560 milioni di utenti".
"China Mobile riconosce la Linux Foundation come principale
organizzazione internazionale non profit del mondo per quanto
riguarda lo sviluppo tecnologico e l'innovazione di Linux –
spiega Bill Huang, direttore generale del China Mobile Research
Institute -. Vediamo, nell'architettura aperta di questo
sistema operativo, un enorme valore e ci auguriamo di poterlo
sviluppare su scala mondiale".
Già da qualche anno Linux è sempre più diffuso in Cina, sia nel
commercio che nell'istruzione: sono stati fatti accordi con le
scuole che prevedono computer attrezzati con questo sistema
operativo e molti cyber-caffé usano solo Linux. Da una ricerca
congiunta degli Istituti Springboard Research e Spiceworks circa il
25% delle imprese nella regione del Pacifico usano Linux, dato
superiore alla media mondiale