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China Telecom, pugno duro della Fcc: “Nessun ritiro del ban”

La Federal Communications Commission chiede alla Corte d’appello di non sospendere la decisione di inserire la telco nella black list: “Troppi rischi dai legami con il governo di Pechino”. Ma l’azienda cinese preme per continuare a fornire servizi o subirà “danni irreparabili”

Pubblicato il 25 Nov 2021

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La Federal Communications Commission (Fcc) degli Stati Uniti torna all’attacco su China Telecom e i presunti rischi di cybersecurity: l’authority ha chiesto alla corte d’appello cui s è rivolta la telco cinese finita nella black list americana di non sospendere il “ban”.

Lo scorso mese la Fcc ha revocato l’autorizzazione a operare negli Usa alla filiale China Telecom Americas parlando di “rischi significativi” per la sicurezza nazionale. Ora l’autorità che vigila sul mercato delle comunicazioni ha chiesto alla corte d’appello federale di respingere la richiesta della telco cinese di continuare a fornire i suoi servizi negli Stati Uniti.

La filiale americana del più grande gruppo delle telecomunicazioni della Cina ha depositato l’istanza di appello presso la U.S. Appeals Court for the District of Columbia nel tentativo di bloccare il divieto a operare negli Usa.

“China Telecom non ha alcuna possibilità di vedere accolte le sua richieste”, hanno indicato i legali del dipartimento di Giustizia americano e della Fcc.

Secondo la Fcc China Telecom è “soggetta allo sfruttamento, all’influenza e al controllo del governo cinese, ed è quasi certamente costretta ad ottemperare alle richieste del governo cinese in assenza di procedure legali soggette a supervisione giuridica indipendente”.

L’Fcc ha aggiunto che l’influenza esercitata da Pechino “pone significativi rischi di sicurezza nazionale e tutela dell’ordine, fornendo opportunità” alle aziende al governo cinese di “accedere, archiviare, danneggiare e/o deviare le comunicazioni statunitensi”.

“È una realtà che China Telecom sia al cento per cento di proprietà di un’entità cinese che a sua volta è per la maggioranza delle quote di proprietà e sotto il controllo di un’impresa cinese statale”, ha ancora indicato la Fcc.

China Telecom, che ha più di 335 milioni di abbonati nel mondo (dato del 2019), fornisce da 20 anni i suoi servizi di telecomunicazione negli Stati Uniti. Fornisce anche, riporta Reuters, servizi alle strutture del governo cinese sul territori Usa e ha avvisato la Fcc che il ban la costringerà a interrompere tutti i servizi mobile negli Usa. Ma per la Fcc proprio questi servizi danno a China Telecom “accesso a informazioni sensibili dei clienti, inclusi i dettagli delle chiamate e i metadati delle comunicazioni”.

China Telecom “delusa”. Business e reputazione a rischio

A China Telecom America sono stati concessi 60 giorni per sospendere i servizi attivi in 20 Stati Usa. All’indomani del divieto della Fcc l’azienda ha commentato: “La decisione della Fcc è deludente. Abbiamo in programma di perseguire tutte le opzioni disponibili per continuare a fornire i servizi ai nostri clienti”.

Ora la telco ha detto che dovrà informare i clienti della decisione della Fcc entro il 4 dicembre e senza uno stop almeno temporaneo del ban della Fcc sarà costretta “a cessare attività significative, danneggiando irreparabilmente il suo business, la sua reputazione e le sue relazioni commerciali”.

China Telecom è già stata espulsa dalla Borsa statunitense e si unisce alla lista di aziende cinesi messe al bando per motivi di cybersecurity, come Huawei e Zte. Nel maggio del 2019 la Fcc ha escluso anche un’altra società cinese delle Tlc di proprietà statale, China Mobile, che da allora non può fornire servizi negli Usa.

L’amministrazione di Joe Biden sta proseguendo lungo la linea tracciata da Donald Trump con una serie di azioni volte a limitare l’accesso delle aziende cinesi di proprietà statale alla tecnologia e ai mercati americani.

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