Clearwire e Sprint contro la fusione At&t T-Mobile

Secondo i due operatori la liaison ripristinerebbe il monopolio dell’ex incumbent a danno dell’intero ecosistema Ict e dei consumatori finali

Pubblicato il 25 Mar 2011

Le telco americane si muovono per contrastare l’accordo tra At&t
e T-Mobile – un’operazione, sostengono, che creerebbe una
pericolosa concentrazione di potere sul mercato statunitense. Il
chief executive di Clearwire John Stanton (che è stato in passato
chairman di T-Mobile Usa) ha definito il merger proposto “una
sfida alla concorrenza nel settore” e ha fatto sapere che
esprimerà le sue preoccupazioni al governo, con la speranza che i
regolatori, che sono chiamati e valutare l’operazione, tengano
conto delle obiezioni dell’industria.

Al Ctia Wireless show, le critiche alla fusione dei due operatori
mobili si sono moltiplicate. Alla voce di Clearwire si è aggiunta
quella di Sprint Nextel, il cui Ceo Dan Hesse ha attaccato
l'accordo definendolo un danno per i consumatori, proprio
mentre Ralph de la Vega, mobility chief di At&t, sedeva accanto a
lui. Da parte sua, Sanjiv Ahuja, chief executive della start-up
LightSquared, ha affermato che una fusione At&t/T-Mobile
introdurrà ulteriore consolidamento in un’industria già
concentrata nelle mani di pochi.

Sprint, in particolare, si è detta pronta a fare azione di lobby
contro l’accordo presso il Congresso. "Temo che ostacolerà
l’innovazione e metterà troppo potere nelle mani di due
operatori”, ha detto Hesse.

Come Hesse, Stanton ritiene questa operazione un ripristino da
parte di At&t del suo vecchio monopolio (che deteneva col nome di
Ma Bell); il numero uno di Clearwire ha anche definito il colosso
di Dallas un “concorrente brutale”: “Prima ti distruggono,
poi ti comprano”, ha accusato (secondo Stanton At&t avrebbe fatto
così con T-Mobile).

Non sono solo gli altri carrier ad essere danneggiati
dall’operazione, ha aggiunto Stanton: una At&t più potente è un
danno anche per i produttori di handset, i provider di contenuti e
fornitori di attrezzature.

Mentre Clearwire e Sprint si trovano oggi d'accordo sulla
questione A&t/T-Mobile, le due aziende hanno avuto attriti in
passato sulle tariffe all’ingrosso. Sprint, che possiede una
partecipazione del 54% in Clearwire ed è il suo maggiore cliente,
è vista come il logico candidato a infondere denaro contante in
Clearwire, che è in difficoltà, ma le discussioni sui prezzi
wholesale hanno raffreddato i rapporti.

Stanton ha detto che Clearwire è focalizzata sulla raccolta di
capitali per continuare a costruire la propria rete, ma non ha
escluso l’ipotesi della bancarotta. Esiste tuttavia un'altra
opzione per battere cassa: vendere lo spettro non utilizzato. Ma
qui si torna alla questione A&t/T-Mobile, perché la società è
stata in trattative con T-Mobile Usa, ma qualsiasi operazione si è
di fatto congelata con la proposta di acquisizione di At&t.

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