L’analisi

Le reti di Tlc “vittime” del climate change: servono fondi statali



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Un report di Ispa identifica gli ostacoli che frenano l’adozione di strategie in grado di mitigare gli effetti degli eventi avversi, tra cui la scarsità di dati a disposizione e norme “incoerenti”. “Necessarie più risorse per consentire alle aziende di puntare su tecnologie all’avanguardia e aumentare la resilienza delle infrastrutture”

Pubblicato il 21 feb 2025

Federica Meta

Giornalista



ambiente, green

Le Tlc sono tra i settori più impattati dagli effetti del cambiamento climatico: tempeste, inondazioni, siccità possono rappresentare una pericolosissima minaccia per le infrastrutture critiche.

L’industria delle telecomunicazioni si trova di fronte a ostacoli significativi nell’adattamento ai rischi climatici, con dati sulle proiezioni climatiche che risultano sporadici, incoerenti e difficili da reperire. Questo limita la capacità delle aziende, soprattutto quelle più piccole, di pianificare efficacemente la loro resilienza di fronte a eventi climatici estremi come inondazioni e ondate di calore.

Ispa (Internet Services Providers’ Association), l’associaizione che riunsce i provider Uk ha stilato un rapporto che fornisce una panoramica dei rischi climatici che hanno un impatto sul settore delle telecomunicazioni, sugli ostacoli che non permettono alle telco di affrontare i rischi e le misure da adottare per protegge reti e servizi che sono vitali per il funzionamento del sistema Paese.

Gli ostacoli per le telco

Dinanzi al cambiamento climatico il settore delle telecomunicazioni si trova ad affrontare numerosi ostacoli nell’adattarsi ai rischi che ne derivano. A cominciare dalla mancanza di dati coerenti e accessibili fino a una regolazione non al passo con le esigenze dei provider.

La mancanza di dati sul clima

Il report Ispa rileva come i dati sulle proiezioni climatiche siano sporadici, incoerenti e difficili da trovare. Eventi come le inondazioni, ad esempio, sono destinati ad aumentare ma a questa previsione non sono associate informazioni circostanziate sul “dove”, “quando” e “in che misura”. Inoltre i pochi dati a disposizione non sono comprensibili ai non esperti di clima.

“Questo impedisce alle telco di inserire gli effetti del cambiamento nella strategia di crescita a lungo termine – si spiega nel report – Con impatti maggiori sulle aziende più piccole che hanno sì meno risorse e meno capacità ma non meno interesse a migliorare la resilienza della propria rete”.

Incoerenze nella regolamentazione

A complicare ulteriormente il quadro ci sono le incoerenze nelle regolamentazioni governative e nei messaggi istituzionali. La stratificazione complessa delle politiche climatiche tra diversi enti e livelli governativi crea confusione e ostacola una risposta coordinata da parte delle aziende. Inoltre, le restrizioni legislative sulla condivisione dei dati tra industria e governo limitano la capacità di pianificare e rispondere strategicamente.

In questo contesto emerge la necessità di una maggiore collaborazione e condivisione di informazioni tra diversi settori, come telecomunicazioni, energia e trasporti. “È cruciale sviluppare protocolli chiari e unificare gli sforzi per migliorare la resilienza del settore – prosegie Ispa – garantendo così la continuità operativa e la sicurezza delle comunicazioni in un mondo sempre più influenzato dai cambiamenti climatici”.

Le raccomandazioni

Per superare questi ostacoli, Ispa identifica alcune azioni chiave all’insegna della collaborazione interistituzionale e intersettoriale.

  1. Collaborare con gli enti climatici e meteorologici per identificare specificamente come si prevede che il clima cambierà – con un focus sulla frequenza e l’intensità delle ondate di calore, le precipitazioni e le inondazioni, ad esempio – e rendere queste informazioni ampiamente disponibili alle aziende. Che trarrebbero vantaggio da queste informazioni nel monento in cui devono stilare piani a lungo termine e aumentare le loro capacità di adattamento.
  2. Puntare alla condivisione dei dati tra industria e governi per identificare e dare priorità al supporto per i clienti vulnerabili.
  3. Consentire una maggiore collaborazione intersettoriale incoraggiando e facilitando la condivisione dei dati e la pianificazione congiunta tra i settori interdipendenti (telecomunicazioni, energia, data center, trasporti).
  4. Stabilire protocolli di comunicazione chiari per i fornitori di energia per offrire informazioni tempestive e accurate riguardo alle interruzioni dell’alimentazione e agli sforzi di ripristino.
  5. Collaborare con le autorità locali, le città per progettare e implementare piani di emergenza che prevedano il contributo degli operatori e affrontino rischi come inondazioni, caldo estremo e tempeste.

Azioni strategiche di lungo termine

Infine, ma non meno importante, è necessario sviluppare connessione con altri Paesi che devono affrontare i rischi legati al climate change e aumentare le risorse destinati alle Tlc per mettere le aziende in condizioni di accelerare il roll out della fibra ottica e investire in innovazioni rivoluzionarie come digital twin e intelligenza artificiale che possono diventare strumenti chiave per affrontare gli effetti del climate change.

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