La partita dell’Agenda Digitale – di cui si discute in queste ore a Roma in una prospettiva che è giustamente anche europea – si inizia a giocare seriamente anche in Italia tentando di recuperare il ritardo rispetto a quanto si è iniziato a fare in Europa da un paio d’anni. Senso del realismo e iniziativa devono tener conto dei vincoli ma anche delle carte che si possono giocare: regolamentazioni, iniziative comunitarie, vincoli e mezzi economici, trend di mercato e interessi dei vari players.
La crisi economica e i vincoli di stabilità pongono sfide notevoli – molto più intense di quelle di due anni fa – quando il programma dell’Agenda Digitale venne lanciato. I vincoli che ci sono per l’Europa – e che la commissaria europea Neelie Kroes ha apertamente riconosciuto lo scorso anno lanciando il programma di “strumenti finanziari” a sostegno da 9,2 miliardi di euro (6,7 per le infrastrtutture digitali) e le recenti aperture in favore dell’impiego di un mix di tecnologie più articolato, dovrebbe portarci ad individuare strade realistiche e sostenibili, senza perdere di vista né l’approccio europeo né il quadro nazionale, che sin qui è stato caratterizzato da un atteggiamento troppo frammentato.
La buona notizia è che finalmente il governo sembra crederci, prestando attenzione a quello che tutto il settore Ict sta dicendo da anni, cioè che le infrastrutture ed i servizi digitali sono strumenti fondamentali per la crescita economica e sociale del paese. È elogiabile lo sforzo che si sta facendo, a livello istituzionale e di mercato, nel provare a recuperare il più rapidamentte possibile il tempo perduto nel recente passato. È elogiabile l’approccio collaborativo dato dalla Cabina di Regia per far sì che ognuno per le proprie competenze porti valore all’obiettivo importante ed ambizioso che si vuole raggiungere. Per affrontare sfide importanti occorre guardare lontano con spirito di collaborazione e ove possibile integrazione.
Domanda e offerta. Queste devono essere anche le linee guida dell’approccio alle tecnologie e alle infrastrutture per raggiungere i target della Digital Agenda per le reti a banda ultralarga.
Perché solo in questo modo sarà possibile realizzare in maniera economicamente sostenibile per gli operatori privati nelle aree di mercato, e per gli investitori istituzionali in quelle a scarsità di mercato, quell’infrastruttazione digitale senza la quale nessun servizio digitale potrà essere disponibile per gli utenti, e nessuna smart city potrà compiutamente realizzarsi. La relazione è bilaterale: Serve rapidamente una adeguata infrastrutturazione per sostenere coerentemente nuovi servizi digitali multimediali, compresi quelli per l’e-government, e servono nuove iniziative di alfabetizzazione e di agevolazione per sostenere una domanda ampiamente diffusa che possa permettere un adeguato ritorno economico delle nuove reti.
Collaborazione e integrazione tra soluzioni tecnologiche. La chiave del successo sono collaborazione e integrazione anche tra le tecnologie, come tra fibra e rame, Ftth e Fttc in funzione della sostenibilità economica degli investimenti nelle specifiche aree territoriali e di mercato, e lo sarà sempre di più tra rete fissa e rete mobile a banda ultralarga.
La possibilità di fornire adeguata connettività mobile all’esplosivo fenomeno della diffusione di terminali smartphone e tablet, passerà necessariamente attraverso la densificazione della copertura radio attraverso celle di più piccola dimensione (small cell) che, integrando la copertura della macro celle, rendono la copertura più performante, al tempo stesso più efficiente e a minor impatto ambientale, sia come consumi che come emissioni elettromagnetiche.
Inoltre la possibilità di avere small cell che integrano 2G/3G/Lte/WiFi rendono l’esperienza di utilizzo degli utenti finali la più soddisfacente possibile ed al tempo stesso riducono il problema di congestione della rete mobile attraverso l’offload verso la rete fissa.
Rete fissa che dovrà quindi essere sempre più basata su connettività in fibra. Fibra che dovrà arrivare alle case e alle aziende, ai cabinet, e alle antenne che saranno sempre piccole e diffuse sul territorio. Solo con questo approccio potremo raggiungere i target della digital agenda, anceh in anticipo sui tempi stabiliti.