Exprivia-Italtel è in prima linea per la protezione delle infrastrutture critiche. Dalle telco alle reti energetiche fino ad arrivare a ponti, strade e gallerie – solo per citarne alcune – queste infrastrutture giocano un ruolo cruciale nello sviluppo economico, ma anche sociale, di un Paese. Della “vision” e delle soluzioni dell’azienda ne parliamo con Paolo Crosta (responsabile dei programmi di ricerca di Italtel).
Crosta, come cambia l’approccio alla protezione di queste reti alla vigilia del debutto del 5G e delle tecnologie 4.0, come IoT, machine learning e intelligenza artificiale?
Rispetto all’avvento del 5G i punti di novità sono essenzialmente tre: la bassa latenza garantita, la numerosità/ubiquità di oggetti che possono connettersi alla rete e tra loro, il cosiddetto slicing, ossia la possibilità di “isolare” una porzione di rete end-to-end per soddisfare i requisiti richiesti da una particolare applicazione. Invece tecnologie avanzate come intelligenza artificiale e machine learning sono determinanti per la gestione e l’analisi dei dati raccolti con dispositivi IoT per le attività di monitoraggio delle reti e delle infrastrutture. Il mix tra 5G e sistemi 4.0 è la chiave di volta della protezione evoluta e, non a caso, è alla base della visione di Exprivia-Italtel: siamo convinti che solo battendo la strada dell’integrazione di diverse tecnologie sia infatti possibile mettere in campo soluzioni realmente innovative e utili per gli operatori di settore.
Ci può fare un esempio della vostra “filosofia”?
Prendiamo il monitoraggio. Fino ad oggi sembrava fosse sufficiente installare sensori e raccogliere dati per effettuare questo tipo di attività. Ma poi di questi dati cosa se ne può fare? Come portarli a valore? La risposta di Exprivia-Italtel è la seguente: occorre definire un vero e proprio “progetto di monitoraggio integrato”, in tre step. Il primo è proprio relativo ai dati: occorre infatti raccogliere e integrare tutti i dati disponibili a livello di sistema e non solo quelli generati dai singoli “componenti”. Questo significa raccogliere i dati dai nuovi sensori innovativi, ma anche integrare tutti i dati già esistenti e poco valorizzati finora, provenienti da sensori tradizionali già installati, da archivi cartacei relativi a parametri “progettuali”, lavori di manutenzione/adeguamento eseguiti, ispezioni manuali effettuate, da sistemi di pesatura del traffico o di videosorveglianza, ecc. In secondo luogo serve migliorare l’analisi dei dati per estrarre nuovo valore, nella direzione ad esempio di predire andamenti ed eventi, pianificare investimenti, ottimizzare costi, ecc. Questo, ora, si può fare grazie soprattutto alle nuove tecniche di machine learning disponibili, contestualmente alla definizione di modelli adeguati di caratterizzazione delle strutture. Infine, l’ultimo step è relativo alla ubiquità: con le nuove architetture 5G sarà infatti possibile connettere la maggioranza delle infrastrutture strategiche a costi sostenibili, consentendo l’inclusione dell’intero sistema di opere laddove ritenuto necessario.
L’obiettivo quindi diventa supportare gli operatori non solo nel controllo dello stato delle infrastrutture in tempo reale, ma anche in un nuovo percorso di gestione del ciclo di vita delle infrastrutture e, in prospettiva, anche del sistema di infrastrutture in quanto tale.
Che tipo di soluzioni mette a disposizione Exprivia-Italtel e in quali settori?
Il primo ambito di soluzioni è quello più tradizionale e riguarda la progettazione della rete, la connettività in fibra o wireless, i sistemi di raccolti dati, le componenti di gateway evoluti su cui poggiare le applicazioni, le soluzioni di cybersecurity; l’altro ambito, invece, riguarda i servizi a valore aggiunto che vanno dalle control room fino a servizi di videoconferenza e instant messaging, anche in modalità chatbot. Con queste soluzioni abbiamo iniziative nel settore della sanità e dell’energia, così come nel settore dei trasporti.
In quest’ultimo ambito cosa state facendo?
Abbiamo sviluppato una nuova soluzione per il monitoraggio di ponti e viadotti sulla base dei concetti che ho espresso in precedenza. Vogliamo offriamo un insieme di servizi innovativi agli operatori del settore, concessionari stradali e autostradali, ma anche PA locali, per supportare una graduale digitalizzazione dei processi ad oggi esistenti. A partire dal monitoraggio statico e dinamico delle strutture in tempo reale, passando per una revisione dei processi di manutenzione in ottica predittiva e di ottimizzazione dei costi, fino ad arrivare ad un servizio di early warning, che certamente è tecnicamente l’obiettivo più sfidante di tutti. Le nuove tecniche di intelligenza artificiale consentiranno infatti ad esempio di predire andamenti e classificare comportamenti, identificare e pianificare attività prioritarie, prevedere e gestire anomalie, valutare l’impatto di mutate condizioni ambientali o di maggiori sollecitazioni della struttura. In altri termini l’obiettivo è quello di supportare gli operatori nel passaggio da una visione del monitoraggio come mera “raccolta dati”, a una vista integrata di tutto il sistema delle opere attraverso l’integrazione di tecnologie, di dati, di modelli e di processi di cui parlavo prima. Si tratta oltretutto di un approccio in linea con le strategie del Ministero dei Trasporti.
In che senso?
Il MIT ha lanciato ad agosto l’Archivio Informatico Nazionale delle Opere Pubbliche (AINOP), basato sulla interoperabilità delle varie Amministrazioni che detengono e gestiscono i dati riferiti ad un’opera e all’esecuzione dei lavori sulla stessa. In base ai dati forniti, AINOP genera un codice identificativo della singola opera che racconta tutto di essa. Si tratta di una cornice preziosa per i player del settore, soprattutto per capire dove e come intervenire.
Exprivia-Italtel è fortemente impegnata anche in ambito open innovation. Come può questo approccio aiutare lo sviluppo di soluzioni a sostegno della protezione delle reti critiche?
Crediamo che oggi esista un’ampia offerta di tecnologie molto innovative, sviluppate in particolare da startup e centri di ricerca. Occorre però risucire ad inserire queste eccellenze in un contesto più ampio, non solo tecnico, ma che consideri tutti gli aspetti della questione, a partire dai reali bisogni degli operatori di settore, passando per la definizione di soluzioni end-to-end, fino agli aspetti di go-to-market. Anche sotto questo aspetto i grandi Gruppi possono essere importanti per generare benefici duraturi per tutti gli stakeholder e quindi anche per il Sistema Paese.
Nell’ambito infrastrutture critiche che iniziative di open innovation avete messo in campo?
Ad esempio abbiamo selezionato la startup Cohaerentia, startup innovativa del Politecnico di Milano, per la fornitura di una nuova tipologia di sensori in fibra ottica “coerente”. Cohaerentia ha infatti brevettato un sistema di diagnostica che combina le multi-parametriche capacità di monitoraggio delle fibre ottiche (temperatura, deformazioni, vibrazioni meccaniche, ultrasuoni, correnti e tensioni elettriche) ad un innovativo schema di demodulazione coerente dei segnali che consente un monitoraggio temporale e spaziale pressoché continuo dei parametri di interesse. Inoltre abbiamo avviato da tempo una collaborazione estesa con il Politecnico di Milano (elettronici e informatici, civili, aeronautici, meccanici) per sviluppare modelli e algoritmi innovativi sui diversi use case che abbiamo identificato e sui cui basare le nostre nuove soluzioni. In generale riteniamo molto importante approcciare le tematiche con un approccio “aperto”, multi-disciplinare e multi-tecnologico e, quindi, continueremo ad essere molto interessati a integrare le nostre soluzioni con contributi innovativi provenienti dal nostro ecosistema di partner.