Il lockdown ha modificato il modo di lavorare, ma non solo. Le aziende sono alle prese con una vera e propria accelerazione digitale legata alle nuove competenze necessarie e al nuovo equilibrio ufficio-non-ufficio.
“II lavoro che cambia – spiega sul Corriere Rossella Gangi, direttrice Risorse umane di WindTre, azienda guidata da Jeffrey Hedberg – ha bisogno di un dialogo continuo, che si è sviluppato in pieno lockdown ed ha caratterizzato anche il rapporto con le organizzazioni sindacali”.
L’accordo con i sindacati , firmato a giugno, servirà a gestire con anticipo gli impatti della trasformazione digitale, dal 5G all’automazione, dall’intelligenza artificiale alla virtualizzazione delle infrastrutture digitali.
“L’intesa, che conferma l’approccio di responsabilità sociale – sottolinea Gangi – è stata giudicata molto positivamente dalle stesse organizzazioni sindacali. Sono previste innovative misure per favorire il ricambio generazionale interno attraverso esodi volontari, incentivati con meccanismi che rivalutano in modo incrementale l’anzianità aziendale e l’età anagrafica, o tramite il sostegno al pensionamento anticipato. Da un lato le uscite, dall’altro la riqualificazione legata all’evoluzione tecnologica”.
Nuove competenze, dunque, in collaborazione con il Politecnico di Milano, per tutto il personale.
“L’obiettivo – chiarisce la manager – è quello di non lasciare indietro nessuno e di abilitare tutti ad un utilizzo sempre più efficace degli strumenti. Il punto è il grande cambiamento sarà quindi necessario pianificare il lavoro del futuro, prevedendo i ruoli di cui l’azienda avrà bisogno nei prossimi 3-5 anni e identificando quelli più indicati per il reskilling perché messi in difficoltà dall’automazione e dall’intelligenza artificiale”.
Un altro punto centrale è la formazione dei leader. “In una modalità di lavoro ibrido – puntualizza – in ufficio ma anche da remoto, avremo sempre più bisogno di leader empatici, che ‘buchino lo schermo’ del computer, che sappiano ascoltare, comunicare. Sarà cruciale investire sul design degli uffici, spazi che favoriscano la relazione, lo scambio, un potere decisionale diffuso. Una sorta di agorà dove le persone possano ritrovarsi e coltivare quel senso di comunità che ci fa sentire umani”.
Nei mesi di lockdown la compagnia guidata da Jeffrey Hedberg si è spinta “oltre lo smart working”, elaborando il concetto di “working apart together”.
“Lavorare insieme anche se fisicamente distanti – spiegava Gangi nei giorni del lockdown – condividendo un luogo fisico in modo prudente per la salute quando serve, perché ritrovarsi di persona, dopo tante ore di videoconferenza, diventa un momento prezioso per lo sviluppo dei rapporti umani e professionali.
WindTre è in grado di svolgere efficacemente il lavoro anche a distanza non solo perché la nuova rete ‘Top Quality’ offre prestazioni elevate, ma anche perché la società ha dotato da tempo i propri collaboratori degli strumenti tecnologici adatti, avendo già introdotto lo smart working, progressivamente, negli scorsi anni.