In tarda mattinata le ispezioni dei funzionari Consob e dei militari della Guardia di Finanza nelle sedi Telecom di Roma e Milano. Poi, nel tardo pomeriggio, la notizie proveniente dalla Procura di Roma, che a ottobre ha aperto un fascicolo sulla vendita di azioni Telco, che controlla Italia, alla spagnola Telefonica, e sulle informazioni che la Consob ha acquisito sulla vendita. E per finire l’esposto presentato all’authority che vigila sulla Borsa da Marco Fossati, azionista di Telecom Italia con il 5%, che ha come oggetto le modalità con cui è stata presa la decisione, nell’ultimo Cda Telecom, di emettere un convertendo da 1,3 miliardi di euro.
Netta la risposta dell’azienda: “Telecom Italia ha sempre operato nel rispetto delle leggi e delle norme che regolano il mercato finanziario e assicura la massima collaborazione alle Autorità”.
Rispetto alle ispezioni di questa mattina, mirate all’acquisizione tra le altre cose della documentazione sulle sull’emissione del bond convertendo e sulla cessione della controllata Telecom Argentina,Telecom aveva sottolineato in una nota “di aver sempre operato nel rispetto delle leggi e delle norme che regolano il mercato finanziario”, assicurando “la massima collaborazione alle Autorità”.
L’ispezione ha avuto tutte le caratteristiche di un atto dovuto, dal momento che sulla questione del convertendo da 1,3 miliardi di euro varata dall’ultimo Cda e della cessione degli asset in Argentina pendeva una denuncia all’authority di Asati, associazione che rappresenta i piccoli azionisti della società.
“Il fatto di non aver indetto una gara e aver condotto una trattativa privata che va ancora perfezionata – affermavano da Asati schierandosi contro la cessione di Telecom Argentina – ci fa ritenere che l`operazione oltre ad avvenire in potenziale conflitto di interessi di Telco produrrà notevoli danni potenziali a tutti i piccoli azionisti”.
Altrettanto dura la posizione di Asati sul convertendo: “Ci risulterebbe – scrivevano lunedì – che alle 20.25 del 7 novembre è terminato il cda, alle 23 è terminata la conference call e alle 7.40 della mattina del giorno dopo, dopo sole 9 ore notturne, in barba a tutti i soci azionisti finanziari, a cui non era arrivata la soffiata degli amici, è stato risposto ‘sei arrivato tardi non c`è più niente per te’. Il documento non poteva essere distribuito in Usa e allora chi ha riferito a Blackrock, permettendogli di sottoscrivere 200 milioni di convertendo? E quando è stato riferito? Durante o dopo il cda? Durante le ore notturne?”
Quanto al fascicolo della Procura di Roma, si tratterebbe di una procedura aperta d’ufficio, che è nelle mani del pool reati economici coordinato dal procuratore aggiunto Nello Rossi. Come previsto dal Testo Unico Finanziario sono previsti scambi di informazioni tra la Consob e magistrati anche su casi in cui non si sia in presenza di notizie di reato. Per questo è prevedibile che proprio gli avvenimenti di questa mattina saranno oggetto di richieste di informazioni da piazzale Clodio.
Rispetto all’esposto che Findim ha presentato alla Consob, dal gruppo di Marco Fossati sottolineano che “Alcune clausole contenute nel regolamento del prestito obbligazionario convertibile costituiscono il riconoscimento di una situazione di fatto diversa da quella sino ad oggi dichiarata, ossia della sussistenza di un controllo su Telecom da parte degli attuali soci di riferimento (Telco/Telefonica) nonche’ presuntivamente, dell’esercizio dell’attivita’ di direzione e coordinamento su Telecom”. “Facciamo riferimento – si legge in una nota di FIndim – in particolare alla definizione di ‘Acquisition of control’ che è ricondotta all’acquisizione del controllo su Telecom da parte di un terzo diverso dagli attuali azionisti di Telecom con partecipazione superiore al 13% dei diritti di voto, nonche’ da Telefonica e dagli altri partecipanti al patto parasociale Telco. Tale circostanza è già stata oggetto di un esposto presentato da Findim Group a Consob nella serata di ieri, nel quale abbiamo chiesto una presa di posizione di Consob al fine di ripristinare la correttezza dell’informazione rispetto al controllo e all’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento su Telecom”.
Findim Group “si riserva quindi di valutare la posizione da assumere, sia in vista dell’assemblea del 20 dicembre 2013 sia in occasione della stessa, al fine di tutelare al meglio l’interesse del mercato e comunque di monitorare con attenzione la legittimità delle iniziative che saranno assunte dal Consiglio di Telecom nelle prossime settimane e il regolare svolgimento dell’assemblea. Findim, alla luce dei recenti concernenti in particolare la posizione espressa da Assogestioni, si riserva di valutare attentamente la posizione da assumere nell’ambito dell’assemblea di Telecom del 20 dicembre convocata per la revoca e il conseguente rinnovo del Cda della societa'”.