ACCESSO WHOLESALE

Contenziosi Telecom: da equivalence of output a equivalence of input?

Allo studio dell’azienda un nuovo modello di gestione dell’accesso wholesale. Si punta al raggiungimento di una pax regolatoria con gli Olo come auspicato dall’Ad Marco Patuano

Pubblicato il 16 Ott 2015

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Telecom Italia sta studiando un nuovo modello di gestione dell’accesso alla sua rete fissa, attualmente basato sulla divisione Open Access e sul modello dell’equivalence of output, cioè sull’offerta di servizi equivalenti agli operatori alternativi. L’obiettivo è quello di semplificare le regole e metter fine ai contenziosi miliardari con le altre societa’ di telecomunicazioni, come auspicato di recente dall’amministratore delegato Marco Patuano. Al momento, secondo quanto risulta a Radiocor, sul tavolo dell’azienda ci sono diverse soluzioni che vanno da un miglioramento e rafforzamento dell’attuale modello di equivalence of output fino all’adozione della cosiddetta equivalence of input che garantirebbe servizi identici agli operatori alternativi, con gli stessi percorsi e gli stessi procedimenti, rispetto alle richieste provenienti dalla stessa Telecom. Attualmente, invece, le istanze provenienti da Telecom arrivano direttamente ad Open Access (la divisione che si occupa della rete), mentre quelle provenienti dagli Olo devono fare un passaggio in piu’, attraverso la divisione Wholesale dell’azienda. Una volta elaborate le proposte, Telecom aprira’ il dialogo con l’Agcom per arrivare a una nuova regolazione, che dovra’ passare anche per il via libera Ue.

Le nuove proposte inciderebbero anche sull’ultimo procedimento aperto dall’Antitrust che potrebbe portare a una multa per Telecom da 207 milioni fino al 10% del fatturato a causa di ‘condotte anticoncorrenziali’ riscontrate nei servizi forniti agli altri operatori nell’accesso alla propria rete fissa. Il procedimento, risalente a luglio scorso, e’ stato aperto per inottemperanza alla diffida che imponeva a Telecom di astenersi dai comportamenti già sanzionati, con una multa da circa 103 milioni di euro, nel 2013. Le indagini dell’Antitrust, partite su esposto degli operatori alternativi, hanno riscontrato in particolare un elevato numero di rifiuti, nei confronti degli operatori alternativi, di attivazione dei servizi all’ingrosso (chiamati in linguaggio tecnico ko).

Sul fronte Agcom, si sta intanto per concludere un’analisi sul mercato dell’accesso che sara’ pubblicata entro meta’ novembre e che, secondo quanto risulta, confermerebbe il modello adottato di equivalence of output.

Solo qualche giorno fa, d’altro canto, Patuano ha pubblicamente lanciato, attraverso una video intervista, un appello durante il convegno EY di Capri per arrivare a una pax regolatoria con i concorrenti. In concomitanza con gli esposti all’Antitrust i principali concorrenti hanno infatti intentato cause civili di risarcimento miliardarie: Vodafone ha chiesto un miliardo, Fastweb 1,7 miliardi. Intanto Telecom ha accantonato per contenzioso in bilancio 390 milioni. Oggi intanto e’ in corso il cda di Telecom chiamato a valutare, tra l’altro, la riapertura del dossier Metroweb.

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