Conto alla rovescia per “CambieRai”: domani la consultazione sulla Tv pubblica

Meno di 24 ore all’avvio dell’evento promosso dal Mise per discutere sul futuro della Rai in vista della Convenzione con lo Stato, che scadrà quest’anno. All’Auditorium Parco della Musica di Roma previsti 16 tavoli tecnici e oltre 140 partecipanti

Pubblicato il 11 Apr 2016

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Meno di 24 ore all’avvio della maxi-consultazione pubblica sulla Rai. Inizierà infatti domani “CambieRai”, l’evento promosso dal Ministero dello Sviluppo economico e fortemente voluto dal Sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli. Nella cornice dell’Auditorium Parco della Musica a Roma la prima consultazione sul servizio pubblico radio-televisivo e multimediale conterà 16 tavoli tecnici convocati dal Mise, che saranno distribuiti in 4 macro-aree (Sistema Italia, Industria creativa, Digitale, Società italiana). Parteciperanno 140 persone in rappresentanza di 62 associazioni, 20 enti pubblici e istituzioni, 11 centri studi e think tank. Venti gli esperti coinvolti, 16 i rappresentanti di Rai, uno per ogni tavolo.

Oltre alle associazioni degli autori e produttori del mondo della tv, del cinema, della radio, dell’animazione e dell’informazione, saranno presenti le organizzazioni del Made in Italy, del turismo, del digitale, dei beni culturali, del terzo settore, della scuola e università, dei consumatori. Insomma, un vero e proprio spaccato della società italiana che, per la prima volta, si trova a discutere di quella che sarà la nuova Rai.

Il lavoro dei tavoli sarà preliminare alla stesura di un questionario che, con la consulenza tecnica dell’Istat, sarà pubblicato per 45 giorni sul sito del governo, a partire da maggio: i cittadini italiani potranno esprimere la propria opinione sull’idea di servizio pubblico che vorrebbero, in vista della nuova Convenzione tra lo Stato e la Rai in scadenza nel 2016.

Critiche sull’evento sono arrivate da Massimo Cestaro, segretario generale della Slc Cgil, e Antonio Filippi, area della contrattazione Cgil Nazionale: “È davvero democratica la consultazione popolare, promossa dal governo, sul futuro del sistema radiotelevisivo del nostro Paese? – si chiedono i sindacalisti -. Tra i centosessanta invitati, tutti stakeholder, non figura nessun rappresentante dei lavoratori recentemente eletto in Rai, e nessun invito è arrivato alle organizzazioni sindacali di categoria, nè a quelle confederali. Siamo piuttosto preoccupati per la deriva autoritaria, oramai acclarata, che questo governo ha nei confronti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, considerate solo un intralcio e un disturbo”.

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