“Noi chiediamo un sistema di regole che garantisca che non ci sia macelleria sociale quando ci sono meccanismi di cambi di appalto. Su questo siamo molto determinati, perché le esperienze che abbiamo alle spalle sono in molti casi tragiche, ed è la seconda volta che poniamo questa questione nel rinnovo contrattuale e ci deve essere una risposta positiva”. Massimo Cestaro, segretario generale della Slc Cgil, che, intervistato da Labitalia, spiega i motivi dello stallo nelle trattative di rinnovo del contratto di lavoro delle telecomunicazioni.
“Momentaneamente – spiega Cestaro– le trattative sono ancora interrotte malgrado le due giornate di sciopero e l’ultima manifestazione fatta il 19 del mese scorso. Mi pare di poter dire che le associazioni imprenditoriali e le aziende stiano valutando le ipotesi di riprendere il confronto per il rinnovo contrattuale. Naturalmente il problema spinoso è quello che abbiamo posto in piattaforma, e cioè dell’inserimento delle clausole sociali”.
Un rimedio, secondo il sindacato, agli effetti sull’occupazione dei cambi d’appalto nel settore dei call center. “E’ un sistema – ribadisce Cestaro – che noi chiediamo venga introdotto nel contratto delle tlc, per i committenti, ed è relativo ai cambi di appalto che si realizzano nel mondo dei call center, che stanno creando problemi molto pesanti dal punto di vista occupazionale e sociale”.
Per la Slc Cgil, le regole sui cambi di appalto è un punto fermo. “Abbiamo chiesto in piattaforma, e speriamo di arrivare a un risultato positivo, che ci sia un sistema di regole, che consenta un confronto con le organizzazioni sindacali. Un confronto preventivo, prima che i cambi di appalto producano quegli effetti occupazionali pesantissimi che hanno determinato in questi ultimi mesi, in questi anni”. Anche perché nel mondo dei call center, avverte, “il criterio del massimo ribasso sta creando una serie di problemi”.
Altri temi al centro del rinnovo del contratto delle tlc sono, ricorda, “la parte economica, che come in tutti gli altri contratti ha il suo peso, in particolar modo se si pensa che ormai le retribuzioni dei lavoratori sono sempre più ridotte rispetto all’andamento dei prezzi al consumo: il potere d’acquisto delle persone si è notevolmente ridotto”. E infine, conclude Cestaro, “ci sono aspetti normativi che riguardano la flessibilità lavorativa, temi sui quali la possibilità di un’intesa penso saremo in grado di trovarla”.