Tutelare i lavoratori dei call center, spesso vittime delle scelte di delocalizzazione delle aziende di telecomunicazioni. E’ l’obiettivo, riferisce a Radiocor Giorgio Serao, segretario nazionale della Fistel Cisl, che tutti e tre i sindacati di categoria (oltre alla Fistel, Uilcom e Slc Cgil) si pongono per il rinnovo del contratto delle telecomunicazioni. La trattativa è già iniziata e il 14 marzo, prosegue Serao, "ci sarà il prossimo incontro con Asstel". I tre punti principali dunque che i sindacati proporranno saranno: "Trovare un accordo contro le delocalizzazioni, inserire nei contratti una clausola sociale per cui quando un call center fallisce chi subentra nelle commesse deve assumere anche i lavoratori, siglare un patto con le aziende per evitare commesse al di sotto del minimo contrattuale. A volte infatti – prosegue Serao – le aziende fanno gare al massimo ribasso".
L’obiettivo delle riduzione dei costi, aggiunge il sindacalista, rincorso da tutte le aziende di telecomunicazioni, non può realizzarsi attraverso un dumping commerciale e contrattuale che comprime diritti e salario trascurando la qualità del servizio offerto.
"Si tratta – spiega Serao – di una concorrenza sleale che ha prodotto un imbarbarimento delle condizioni di lavoro, l’abbandono della ricerca dell’efficienza, il crollo qualitativo del servizio offerto e della produttività. E’ evidente che tale modello va a premiare non l’azienda più capace ma quella più spregiudicata". Il modello dell’off shore, conclude, "spesso scelto dalle aziende sta generando un pericoloso dumping industriale tra le aziende che hanno deciso di competere correttamente mantenendo il perimetro delle attività nel nostro Paese e quelle che spregiudicatamente si rendono disponibili a scaricare sui lavoratori le conseguenze, con inevitabili e pesanti ricadute occupazionali nel settore".