Serve una valutazione di impatto per la convergenza telco-cloud. È uno degli avvertimenti chiave contenuto nelle conclusioni dei ministri Ue delle Tlc sul libro bianco “Come soddisfare le esigenze di infrastruttura digitale dell’Ue” elaborato dalla Commissione europea.
Alla luce del Libro bianco della Commissione e dei recenti rapporti Draghi e Letta, le conclusioni del Consiglio Ue fanno il punto sul progresso compiuto a livello europeo, con particolare attenzione alle infrastrutture digitali, identificando al contempo le sfide che ancora si profilano all’orizzonte.
“Le conclusioni fornisco una chiara guida politica su ciò di cui l’Europa ha bisogno sul fronte delle reti per migliorare la sua competitività e affrontare le sfide attuali e future”, spiega Zoltán Kovács, ministro ungherese per la comunicazione internazionale e le relazioni.
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I punti chiave delle conclusioni
Per quanto riguarda la dismissione del rame – secondo il Consiglio – questa dovrebbe essere realizzata gradualmente per supportare lo sviluppo di reti ad altissima capacità e il raggiungimento degli obiettivi della Digital Decade, ma tenendo in considerazione la specificità degli Stati. “In particolare – si legge nel documento – nel contesto della migrazione dal rame alla fibra, devono essere salvaguardate la concorrenza e i diritti degli utenti finali”.
In questo quadro, cruciale diventa il controllo ex-ante su alcuni mercati di accesso. Il Consiglio invita dunque la Commissione “ad affidarsi esclusivamente al controllo ex-post per le comunicazioni elettroniche in determinate circostanze”.
“L’intervento basato sulla regolamentazione ex-ante dovrebbe rimanere fondato sul riscontro di una mancanza di concorrenza da parte dell’Anr, senza alcun pregiudizio per il numero di reti concorrenti in un determinato mercato”, si spiega.
L’impatto degli operatori paneuropei
Inoltre il Consiglio sottolinea che il libro bianco dell’Ue non considera adeguatamente l’impatto degli operatori paneuropei nei mercati dei singoli Stati membri e sulle aziende più piccole. Invece, è necessario che “gli operatori di tutte le dimensioni abbiano le stesse opportunità di business nel mercato unico e possano beneficiare di una concorrenza effettiva”.
Tra le altre cose, i ministri Ue invitano la Commissione “a studiare ulteriormente i mezzi per stimolare la domanda di reti e servizi digitali all’avanguardia e a consentire modelli commerciali innovativi e sostenibili a vantaggio dei consumatori e delle imprese dell’Ue, tra cui per gli operatori di telefonia mobile, al fine di migliorare la connettività transfrontaliera”.
Butti: “Conclusioni in linea con la posizione dell’Italia”
“L’Italia si congratula con la Presidenza ungherese per l’eccellente lavoro svolto e per essere pervenuti alle conclusioni che si caratterizzano per visione e per equilibrio – ha sottolineato il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, intervenendo alla riunione dei ministri Ue responsabili per le telecomunicazioni in corso a Bruxelles. – Nelle conclusioni si riconosce infatti, in linea con la posizione dell’Italia, che le profonde trasformazioni che stanno rivoluzionando il settore delle telecomunicazioni impongono lo sviluppo e l’ammodernamento delle infrastrutturedigitali dell’Ue per il rilancio della competitività dell’Europa come single market”.
“Nelle conclusioni – ha aggiunto Butti – si valorizza, aderendo alla posizione dell’Italia, l’importanza della convergenza tra reti ad altissima capacità, l’edge cloud computing e l’intelligenza artificiale e si sottolinea la necessità di promuovere lo sviluppo di servizi paneuropei e modelli di business innovativi e sostenibili, inclusi quelli relativi alla connettività mobile. L’Italia, favorevole alla creazione del single market, esprime piena soddisfazione per i risultati raggiunti e sostiene l’approvazione formale delle conclusioni del Consiglio sul Libro bianco”.
Per Butti il problema principale sul fronte reti digitali europee è “la perdurante mancanza di un mercato unico delle comunicazioni elettroniche”.
“Tale mercato unico permetterebbe la fornitura di servizi paneuropei e la crescita delle imprese su base continentale, agevolando in questo modo il raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale – ha puntualizzato il sottosegretario – Sebbene iniziative importanti come il Connecting Europe Facility e il Digital Europe Programme mirino a rafforzare le infrastrutture digitali su base europea, esso si rivelano inadeguate a risolvere le criticità strutturali dell’Unione causate dalla frammentazione dei mercati e dalla mancanza di coordinamento tra Stati membri che compromettono la capacità di investire degli operatori e la competitività dell’Unione nel suo complesso”.
“Appare indispensabile poiché risulta essere lo strumento decisivo per raggiungere gli obiettivi del decennio digitale”, ha concluso Butti.
Appuntamento a Telco per l’Italia il 12 dicembre
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