L'EMERGENZA

La Cina “riparte”: Foxconn riavvia la produzione degli iPhone

Il principale contractor di Apple ha già metà del personale al lavoro nelle fabbriche cinesi e conta di ripristinare i normali ritmi di produzione nelle prossime settimane. Ma ci saranno comunque impatti negativi sul business

Pubblicato il 04 Mar 2020

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Apple potrà arginare l’effetto coronavirus sulla sua supply chain: il principale assemblatore degli iPhone, il contractor taiwanese Foxconn, ha detto che si aspetta che la capacità produttiva in Cina tornerà entro la fine del mese agli usuali livelli stagionali.

In una call con gli investitori il presidente Liu Young-way ha affermato che più della metà del personale che normalmente viene impiegato nelle fabbriche Foxconn in questo periodo dell’anno è tornata al lavoro. Come spiega il Financial Times, il ripristino delle regolari attività produttive è favorito dalle ultime  disposizioni delle autorità cinesi, che stanno cercando di bilanciare l’esigenza di proteggere la salute pubblica limitando gli spostamenti delle persone con la necessità di sostenere l’economia.

L’azienda taiwanese assembla in fabbriche cinesi la maggior parte degli iPhone distribuiti su scala mondiale.  Al picco dei contagi in  Cina, Foxconn (nota anche come Hon Hai Precision Industry) è stata costretta a chiudere la mega fabbrica “iPhone City” nella città di Zhengzhou e ha imposto misure di quarantena a migliaia di lavoratori.

Apple riduce la guidance

La settimana scorsa Apple ha informato i suoi investitori che non si aspetta di raggiungere gli obiettivi previsti per la prossima trimestrale e che le fornitore di iPhone nel mondo potranno subire limitazioni.

L’azienda degli iPhone aveva detto a fine gennaio di aspettarsi vendite nette comprese fra 63 miliardi e 67 miliardi di dollari nel suo secondo trimestre fiscale, ma il risultato sarà sicuramente inferiore. “Come vedete dal divario delle cifre, ci aspettiamo dei problemi in Cina“, ha spiegato il ceo Tim Cook.

Anche il blocco dei voli tra la Cina e gli Stati Uniti a causa dell’emergenza coronavirus ha costretto la Mela a rivedere le stime sui risultati trimestrali. Le restrizioni arrivano infatti proprio nel momento dell’anno in cui gli ingegneri di Apple cominciano a fare la spola con la Cina per pianificare l’avvio della produzione degli iPhone che verranno commercializzati a partire dall’autunno e lavora a stretto contatto con i suoi partner tra cui Foxconn.

Gli impatti sul business di Foxconn

Foxconn ha indicato che non può ancora stimare l’entità dell’impatto dell’epidemia di coronavirus sulle sue prestazioni annuali ma ha ammesso che ci saranno degli effetti negativi sul business e sui risultati finanziari. In particolare, il contractor si aspetta nel primo trimestre una flessione generale dei ricavi del 10% e una diminuzione di oltre il 15% dei ricavi derivanti dalla fabbricazione di prodotti di elettronica di consumo o enterprise in confronto al primo trimestre dell’anno scorso. I ricavi dalla fabbricazione di componenti dovrebbero diminuire del 10%.

Foxconn ha detto anche che l’emergenza coronavirus, con le restrizioni sugli spostamenti delle persone e il calo degli ordini, rallenterà ma non interromperà le attività e ha assicurato che non ci sarà quella penuria totale di componenti  e materiali che si era temuta agli inizi dell’epidemia.

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