“Open fiber resta la nostra priorità, ma se il governo ci chiedesse di entrare in Telecom esercitando la golden power, noi guarderemmo per capire se è vantaggioso o meno. Non abbiamo nessun tipo di preconcetto”. Lo ha detto Claudio Costamagna, presidente della Cassa depositi e prestiti, ieri sera durante la sua partecipazione su La7 a “Otto mezzo”.
Intanto sulla situazione dell’operatore e sul cima di incertezza intorno all’operatore intervengono anche i sindacati: “Il piano Cattaneo – dice Fabrizio Solari, segretario della Slc Cgil – è morto, è stato annunciato un nuovo piano che di fatto supera il precedente. C’è preoccupazione perché non si sa nulla del piano e per l’alea di incertezza che riguarda l’azienda. Se si aggiunge che in molti valutano come un’assurdità economica immaginare di costruire due reti ngn la confusione è completa. Tutte le preoccupazioni sono legittime e fondate. L’azienda deve chiarire le intenzioni e il Governo deve dirci se si possono riconsiderare le decisioni in tema di rete, costruendo un’unica rete ngn senza duplicazioni”. Secondo Vito Vitale, segretario generale della Fistel Cisl. “L’incertezza sull’esercizio del golden power, cioé sull’uso dei poteri speciali in capo al Governo, sulle decisioni che impattano sul futuro della rete e sugli investimenti in fibra rischiano di bloccare lo sviluppo del business”.
Di recente i tre segretari generali Fabrizio Solari, Vito Vitale e Salvo Ugliarolo hanno chiesto con una nota congiunta di ricondurre Tim sotto il controllo pubblico, proprio con l’ingresso di Cdp nell’azionariato, “alla sua naturale missione di presidiare e guidare lo sviluppo infrastrutturale del settore, garantendo anche al nostro Paese la presenza di un grande operatore integrato delle telecomunicazioni”.