LA REPLICA

Costi nascosti in bolletta, la difesa di Fastweb: “Azzerati tutti i sovrapprezzi”

L’operatore telefonico respinge le accuse dell’Unione nazionale consumatori che si era appellata all’Antitrust per pratiche commerciale scorrette, mettendo nel mirino anche Tim, Vodafone e Wind Tre: “Nessun addebito per il servizio di segreteria telefonica o per l’opzione Richiamami”

Pubblicato il 16 Mag 2018

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Nessun costo nascosto per Fastweb. La compagnia telefonica risponde per prima alla denuncia presentata all’Agcm dall’Unione nazionale consumatori contro Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb per pratiche commerciali scorrette. Rimandando al mittente l’accusa di aver inserito in bolletta voci di costo non note ai clienti.

“E’ talmente vero e palese che Fastweb non adotta politiche di costi nascosti – precisa Roberto Chieppa, Marketing Officer di Fastweb – che l’inchiesta dell’Unione nazionale consumatori non ha potuto riferire alla nostra azienda alcuno dei costi individuati per gli altri operatori”. Nell’istanza rivolta all’Antitrust, l’Unc puntava il dito su addebiti poco trasparenti scoperti dagli utenti solo in seguito all’attivazione del servizio.

Dieci le “spese occulte” individuate dai consumatori. Si va dal servizio di notifica delle chiamate perse a quello di segreteria telefonica, dal piano tariffario base a misteriosi costi d’incasso addebitati a prescindere dalla modalità di pagamento. E ancora: costi aggiuntivi praticati nonostante la formula “tutto incluso”, antivirus a pagamento, spese impreviste in cui si incorre utilizzando lo smartphone come hotspot. Senza contare l’addebito di penali in caso di recesso dall’offerta e costi di attivazione delle sim in negozio. Nel caso di Vodafone, il cliente paga persino la chiamata per conoscere il credito residuo.

“Analisi e titoli ambigui, che non distinguono in alcun modo le pratiche commerciali messe in atto dai singoli operatori, non solo danneggiano Fastweb che ha investito risorse ed energie da maggio 2017 nella trasparenza e chiarezza della relazione con i clienti – continua Chieppa – ma non rendono un buon servizio nemmeno ai consumatori, facendo errate generalizzazioni”.

In particolare Fastweb ha azzerato da tempo, sia sul fisso che sul mobile, tutte le tipologie di “costo nascosto” citate nell’ambito dell’inchiesta condotta dall’Unc: dai costi della segreteria telefonica, a quelli per il servizio “richiamami”, così come i costi del piano tariffario base o quelli per conoscere il credito residuo o ancora quelli di attivazione del servizio mobile.  Anche rispetto agli altri costi nascosti individuati dall’inchiesta dell’Unc (ad esempio il costo dell’antivirus o del tethering), Fastweb ribadisce di non addebitare alcun importo ai propri clienti questi servizi.

La società precisa che l’unico costo addizionale attribuito a Fastweb nella denuncia dell’Unione nazionale consumatori è relativo alla richiesta di 1,81 euro alla voce “altri costi”. Si riferisce al costo annuale per il servizio facoltativo di consegna a domicilio degli elenchi telefonici, limitato agli abbonamenti di telefonia fissa. “Tale voce – puntualizza Fastweb – è perfettamente esplicitata in fattura e dunque identificabile.  Peraltro, il servizio dal mese di giugno 2018 verrà fornito solo a chi ne faccia esplicita richiesta”.

Lo stesse operatore ha reso noto di aver presentato nelle scorse settimane una propria segnalazione all’Agcom sul tema dei “costi nascosti” applicati sul mercato, “ritenendo necessario un intervento del regolatore per imporre una rappresentazione dei prezzi più chiara e trasparente, a tutela degli utenti e delle dinamiche concorrenziali nel mercato”.

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