IL CASO

BT offre 1600 sterline a 60mila dipendenti, ma per i sindacati è un “ricatto”

L’operatore Uk annuncia l’erogazione di un bonus per ricompensare gli addetti in prima linea durante l’emergenza sanitaria. L’iniziativa arriva mentre si profila all’orizzonte il primo sciopero nazionale dopo trent’anni. La Communication Workers Union: “Mossa per comprare i lavoratori”

Pubblicato il 25 Mar 2021

BT

Bt elargirà 1.500 sterline a circa 60 mila dipendenti, una sorta di bonus per compensare le difficoltà generate dall’emergenza sanitaria che arriva mentre gradualmente la protesta contro i piani di ristrutturazione dell’azienda rischia di evolversi in uno sciopero nazionale.

Così dovrebbe essere ripartito il bonus

Secondo la stampa britannica, il gruppo di telecomunicazioni ha dichiarato di essere pronto a pagare subito mille sterline in contanti e 500 sterline in azioni Bt, che saranno assegnate nel giro di tre anni, a 59 mila lavoratori in prima linea, definititi “chiave” dall’azienda. Ciò equivarrebbe a un aumento di stipendio del 5%, ha sottolineato ieri la società.

A beneficiare del bonus sarebbero gli ingegneri delle telecomunicazioni che costruiscono, riparano e collegano nuove linee, ma anche il personale del servizio clienti, messo sotto pressione durante la crisi: con il telelavoro, milioni di clienti in più hanno infatti fatto aumentare la domanda di servizi di assistenza sulla banda larga residenziale e sulle reti mobili.

Come detto, il bonus arriva nel momento in cui Bt deve affrontare la minaccia della prima azione sindacale dopo quella del 1994. All’epoca, ricorda il Financial Times, lo sciopero fu indetto per protestare contro un piano di licenziamenti all’interno della sua unità tecnologica che prevedeva la chiusura di alcuni uffici. L’ultimo sciopero a livello aziendale è invece stato nel 1987.

La Communication Workers Union (Cwu), che rappresenta la maggior parte della sua forza lavoro non manageriale, metterà al voto l’ipotesi di una nuova iniziativa nelle prossime settimane. Dave Ward, segretario generale del Cwu, ha scritto su Twitter: “Questa è una mossa disperata da parte di Bt Group per comprare i nostri iscritti. Ciò che ammonterebbe a poche centinaia di sterline al netto delle tasse non vale un programma di licenziamenti forzati e chiusure di siti. I nostri membri se ne renderanno conto e voteranno sì allo sciopero”.

Una strategia comune nell’era del Covid

D’altra parte Bt non è l’unica a ragionare in questa maniera. Deutsche Post Dhl, una delle più grandi società di logistica del mondo, ha dichiarato lo scorso anno che assegnerà a più di mezzo milione di dipendenti un bonus di 300 euro dopo che la domanda per i suoi servizi è esplosa durante la pandemia. Anche Amazon aveva promesso, alla vigilia dell’eccezionale giornata di shopping Black Friday, che avrebbe speso 500 milioni di dollari per un bonus natalizio una tantum dedicato ai magazzinieri e agli autisti che effettuano le consegne.

Il bonus non avrà alcun impatto sulle prospettive finanziarie della società. “Bt è riuscita a soddisfare le esigenze dei clienti attraverso la dedizione di tutte le sue persone, ma inevitabilmente la pandemia ha colpito le nostre prestazioni finanziarie, come è successo alla maggior parte delle aziende”, ha dichiarato Philip Jansen, amministratore delegato di Bt. “In questo contesto, dobbiamo scegliere delle priorità e sono determinato a fare tutto ciò che è in nostro potere per premiare i nostri colleghi in prima linea”. Jansen ha introdotto nel 2019 un piano per cedere 50 milioni di sterline di azioni all’anno ai lavoratori, equivalenti a 500 sterline ciascuno, in una delle sue prime mosse come amministratore delegato. Le azioni incluse nel nuovo bonus rappresentano il secondo pagamento previsto da quel piano. Dopo la divulgazione della notizia, le azioni di Bt sono scese dell’1,7% nei primi scambi.

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