il caso musk

Crosetto: “Nessun accordo con Space X, ma Difesa obbligata a integrare satelliti in orbita bassa”



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Alla Camera il ministro ribadisce quanto già precisato da Palazzo Chigi: “Non abbiamo firmato contratti. Ma serve utilizzare i sistemi in orbita geostazionaria Sicral insieme a piattaforme leo che offrono maggiore continuità e copertura e minor tempo di latenza”

Pubblicato il 8 gen 2025

Federica Meta

Giornalista



Guido Crosetto

La Difesa italiana non ha sottoscritto alcun accordo con Musk. Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante il question time alla Camera.

“La presidenza del Consiglio dei Ministri ha già smentito con una nota che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società SpaceX – ha puntualizzato Crosetto – Colgo anche l’opportunità per precisare che, diversamente da quanto avrebbe riportato Bloomberg, la Difesa non ha approvato alcun accordo al riguardo”.

Crosetto: “Obbligati a integrare capacità con satelliti a orbita bassa”

“Per quanto d’interesse del mio Dicastero, giova inoltre evidenziare che le nostre Forze Armate sono chiamate spesso ad operare a tutela degli interessi nazionali, oggi più che mai, anche a grande distanza dall’Italia e non sempre in presenza di adeguati servizi e infrastrutture. Nell’anno appena concluso – ha spiegato – a titolo di esempio, siamo stati presenti nel quadrante indo-pacifico, in Africa, Medio Oriente, nord Europa ed est Europa, ponendo in essere attività che richiedono comunicazioni affidabili, sicure e continue, nonché connettività e servizi di posizionamento e navigazione. In ambito nazionale, a livello militare, detti servizi vengono erogati grazie a sistemi in orbita geostazionaria (Sicral) che, sebbene affidabili, offrono copertura geografica e banda limitate”.

“Ne consegue che la Difesa è interessata, anzi obbligata forse, a integrare tale capacità con quelle fornite da satelliti in orbita bassa, che offrono maggiore continuità e copertura e minor tempo di latenza. In merito, l’Autorità delegata per lo Spazio ha dato mandato all’Asi di avviare uno studio teso a sviluppare tali servizi, esplorando ogni possibile soluzione presente al mondo – ha proseguito – A livello europeo, rammento che il programma più noto di connettività sicura, appena avviato e noto come Iris2, prevedrà, a regime, circa 290 satelliti, con tempi di realizzazione ancora da quantificare e che comunque oggi si collocano oltre il 2030. Le citate iniziative, di grande interesse per la Difesa, quando disponibili, potranno certamente contribuire ad assicurare quanto necessario alle nostre Forze Armate.

Il ruolo di Space X

“Per quanto precede, sussiste quindi l’esigenza di studiare e valutare ogni soluzione tecnicamente atta a fornire le capacità, quantomeno nelle more del completamento dei programmi proprietari e/o di collaborazione. Relativamente a Space X, che conta oltre 6.700 satelliti in orbita bassa e ha una previsione di 42.000, è ad oggi un operatore che riunisce i requisiti e possiede le capacità necessarie per fornire i servizi in parola. Ma questo non esclude che un Paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro, possa gestire l’istradamento e la cifratura dei suoi dati sensibili, utilizzando apparati e tecnologie proprietarie, a ulteriore tutela degli interessi nazionali. Soggiungo infine che, laddove il Governo dovesse optare per soluzioni commerciali a vantaggio anche di altri Dicasteri e Istituzioni, qualora il governo dovesse orientarsi e optare su questo, la Difesa attiverà un tavolo tecnico dedicato per approfondire la sussistenza dei requisiti specifici necessari a soddisfare le esigenze peculiari dello strumento militare”.

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