Gli 007 Usa spiano gli iPhone. O almeno lo hanno fatto in passato, come emerge dalle nuove carte della talpa del Datagate, Edward Snowden, pubblicate dal settimanale tedesco Der Spiegel.
Il documento che imbarazza, e non poco, la Apple, risale al 2008. Mostra l’esistenza di un programma della National Security Agency (Nsa) denominato Dropout Jeep. Attraverso un sofisticatissimo software installato sugli smartphone della casa di Cupertino, la potente agenzia di intelligence sarebbe stata in grado di accedere a tutti i dati personali memorizzati sull‘iPhone: dalla rubrica telefonica alla lista dei contatti.
Ma sarebbe anche stata in grado di leggere i messaggi di testo, intercettare le e-mail, e addirittura ascoltare i messaggi registrati nella segreteria telefonica e attivare sia il microfono che la telecamera del telefono.
Inoltre il software spia avrebbe permesso agli 007 federali di localizzare le persone che utilizzano l’iPhone con una precisione quasi infallibile, attraverso i segnali inviati ai ripetitori dalle varie app installate sul telefono. Al quartier generale dell’azienda fondata da Steve Jobs non ci stanno, e i contenuti della nuova fuga di notizie vengono seccamente smentiti. O almeno si nega ogni coinvolgimento.
“La Apple non ha mai lavorato con la Nsa per creare un accesso segreto ai software di propri prodotti, compreso l’iPhone”, si legge in una nota, in cui si sottolinea anche come l’azienda sia
“all’oscuro di programmi che abbiano avuto come obiettivo i propri prodotti”. Si cerca poi di tranquillizzare gli utenti sulla assoluta sicurezza degli ultimi modelli dell’iPhone e dell’ultima versione del software utilizzato da Apple, l’iOs 7.
I nuovi documenti diffusi da Snowden, infatti, risalgono a più di cinque anni fa, quando il modello in voga era l‘iPhone 3, che utilizzava un sistema operativo oramai superato. Ma a questo punto – sottolineano in molti – i dubbi sull’affidabilità anche della nuova generazione di iPhone sono legittimi, anche se gli esperti sottolineano come gli attuali congegni per la sicurezza del proprio smartphone e per la protezione della privacy siano quasi invulnerabili.
Non solo i dispositivi della Apple, comunque, sarebbero stati messi sotto controllo dalla Nsa. Dalle carte della talpa del Datagate emerge infatti come l’agenzia di intelligence negli scorsi anni abbia preso di mira i prodotti di altre case hitech, come quelli di Cisco System. Non solo telefoni, ma anche laptop e tablet, che verrebbero “craccati” anche grazie all’azione della Tao (Tailored Acces Operation), l’unità speciale della Nsa il cui motto è “Ottenere l’impossibile”. Un gruppo di “supergeni” del web in grado di accedere a qualunque tipo di informazione viaggi nel cyberspazio, chiamati in causa per delle operazioni mirate, lì dove falliscono tutti gli altri strumenti della potente agenzia di spionaggio.