Uno sconto del 50% per ogni singolo collegamento punto-punto se non si supera la soglia dei 50 collegamenti. E un rincaro delle tariffe da 0,25 a 0,28 euro quando si supera la soglia dei 50 collegamenti. Questo l’emendamento al Decreto Crescita proposto da una serie di deputati capitanati dal leghista Massimiliano Capitanio.
L’emendamento in questione riguarda i collegamenti fixed wireless access e se da un lato darebbe una grossa boccata di ossigeno ai piccolissimi operatori dall’altro, nel caso di approvazione, si trasformerebbe in una vera e propria stangata per gli operatori più “grandi” da Eolo a Linkem, da Go Internet a Mandarin fino a Fastweb e Tim.
Al momento nessuna delle telco commenta il provvedimento, ma secondo quanto risulta a Corcom l’allarme è già ampiamente scattato. La soglia dei 50 collegamenti di fatto si va ad applicare a piccolissimi operatori, con un business molto locale: tanti sì, ma non in grado di sostenere lo sviluppo del fixed wireless access in Italia. Lo standard fra l’altro è considerato fondamentale nella partita 5G: Verizon ne ha fatto il suo pilastro nel lancio della quinta generazione mobile negli Stati Uniti proprio perché è l’unica tecnologia in questo momento a rappresentare il “ponte” fra il 4G e il 5G. E sperimentazioni sono in corso anche in Europa.
E proprio a difesa dei piccoli si chiera la Coalizione Fwa. “Condividiamo la proposta di emendamento “wireless” e ci auguriamo che la stessa possa trovare un’ampia condivisione a livello parlamentare – dice il presidente Enrico Boccardo – La misura favorirà gli investimenti degli operatori territoriali delle Tlc e, di conseguenza, la produttività delle aziende utilizzatrici di tecnologie informatiche/telematiche, riequilibrando al contempo una situazione di disparità a danno degli operatori più piccoli”. Secondo Boccardo “l’attuale modalità di calcolo dei contributi per la concessione dei diritti d’uso delle frequenze radio per collegamenti fissi bidirezionali è penalizzante per le piccole imprese, le quali hanno un minor numero di collegamenti”. Ecco perchè la Cfwa ritiene “opportuna una modifica della citata modalità di calcolo, anche in un’ottica di sviluppo del 5G, del quale gli operatori territoriali saranno parte attiva”.
Plaude all’iniziativa – ca va sans dire -Assoprovider che anzi auspica che”venga adottato il provvedimento che proponiamo da anni e che sarebbe solo un rimozione tardiva delle discriminazioni a danno dei piccoli operatori che perdura da 16 anni”, dice a Corcom il presidente Dino Bortolotto. Dati alla mano Bortolotto evidenzia che gli operatori “italiani al 100%” – ci tiene a sottolineare – che ne potrebbero beneficiare sono oltre 1300 “ma soprattutto ne potrebbero godere tutti i territori rimasti in digital divide poiché per i big player, da oltre 20 anni, nient’altro che zone a fallimento di mercato in cui non hanno mai investito nulla”.
La rimodulazione dei contributi amministrativi “non solo serve per ripristinare un comportamento neutro dello Stato nella gestione di un bene collettivo ove ora resistono gravi privilegi distorsivi della concorrenza a vantaggio dei soggetti di dimensioni economiche più grandi – puntualizza il presidente di Assoprovider – ma serve anche a riportare i costi delle frequenze licenziate punto-punto ai livelli degli altri paesi europei visto che in Italia costano più del doppio del più caro dei Paesi”.
In Italia Fastweb utilizzerà il 5G Fixed Wireless Access nel nuovo piano di espansione da 3 miliardi di euro annunciato nelle scorse settimane che punta, entro il 2024, a raddoppiare i collegamenti a banda ultralarga. L’azienda guidata da Alberto Calcagno ha già concluso la prima fase della sperimentazione 5G FWA a Milano in collaborazione con Samsung, la prima in Italia su frequenze commerciali. E un altro progetto pilota vedrà protagonista la città di Bolzano.
Fra i soggetti che sarebbero maggiormente colpiti dai rincari c’è sicuramente Eolo ad oggi fra i principali operatori Fwa ultrabroadband in Italia ed anche l’operatore con il maggior numero di frequenze licenziate in Italia in quanto aggiudicatario di una dotazione spettrale – sull’intero territorio nazionale – di quasi 400 MHz nelle bande 26 e 28 GHz. Dotazione frequenziale che l’azienda sta utilizzando per realizzare la prima rete fixed wireless a 100 Mega d’Italia.