Deutsche Telekom ha chiuso il 2012 con una perdita netta di 5,26 miliardi di euro, a fronte di utili per 557 milioni registrati nel 2011. Pesa sui conti la fusione di T-Mobile Usa con MetroPcs, quinto operatore americano acquisito nel terzo trimestre del 2012, che ha provocato oneri straordinari per 7,4 miliardi di euro. I ricavi sono diminuiti dello 0,8% a 58,17 miliardi di euro, mentre l’Ebitda djusted è calato del 3,8% a 17,98 miliardi, poco al di sotto del target annuale fissato a 18 miliardi.
“Abbiamo messo in archivio una perdita netta di circa 5,3 miliardi di euro – spiega l’amministratore delegato, Rene Oberman – in primo luogo legata a una svalutazione” di 7,4 miliardi di euro sulla controllata Usa T-Mobile, che si è deciso di fondere con MetroPcs. Il quarto trimestre dell’esercizio ha comunque presentato il ritorno dei conti in attivo, con i profitti netti che sono ammontati a 793 milioni di euro, più di quanto stimato dagli analisti. E le perdite, assicura il management, non sono quello che sembrano e non incidono sulle intenzioni del gruppo di continuare a crescere. Nel caso di un esito positivo, questo matrimonio dovrebbe consentire nel 2013 al tedesco di aumentare leggermente il profitto lordo a 18,4 miliardi di euro dai 18 miliardi del 2012 (-3,8% rispetto all’esercizio precedente).
Nel quarto trimestre i ricavi sono diminuiti dell’1,4% a quota 14,71 miliardi di euro, con la Polonia unico paese a mostrare segni di crescita. In Germania al contrario i ricavi nel quarto trimestre sono diminuiti dello 0,5% a 6,59 miliardi, mentre il fatturato internazionale si è fermato a 8,12 miliardi, in flessione del 2,1%.
Il Ceo René Obermann ha detto che DT punta a 30 miliardi di euro di investimenti nel periodo 2013-2015, con un Ebitda in calo a 17,4 miliardi di euro nel 2013 o a 18,4 miliardi se MetroPcs sarà conteggiata nel bilancio su base annua.
“I risultati di Deutsche Telekom non sono stati negativi come quelli di altri competitor europei del mercato delle telco”, dice Steven Hartley, telco strategy analyst di Ovum.
Secondo l’analista di Ovum, il Ceo di DT René Obermann si è dimostrato fra i più pragmatici nel consesso dei suoi pari europei. “Lo si è visto anche al Mobile World Congress, dove Obermann ha detto chiaro che tondo che la sfida rappresentata dagli Ott è una realtà alla quale le telco molto semplicemente devono adattarsi”. Hartley aggiunge poi che ciò non significa che DT stia pensando di diventare un “dumb pipe” (un semplice tubo per il trasporto dati), anzi. “Il vero valore delle telco si trova oggi nei network e nel controllo dei clienti – aggiunge l’analista – anche se molti operatori europei vivono ancora nell’illusione di diventare il prossimo Facebook o Google”. Dal punto di vista economico, l’incremento dei ricavi nel quarto trimestre è un buon segnale, secondo Ovum.